Per motivi su cui non perdo tempo a discettare, un tale Massimo Galli è da tempo assurto all’Empireo Cielo dei luminari raccolti nella bizzarra categoria dei “virologi”, una torre d’avorio nella quale, intorno ai fari luminosi, prestano la loro opera di servizio eserciti di lacchè ansiosi di salire un gradino nella loro per adesso grigia carriera. C’è addirittura chi è convinto che il tale Massimo Galli di cui sopra sia uno scienziato, il che è quanto meno curioso. Sarebbe come pretendere che un tale sia un atleta, addirittura un grande atleta, senza che questo si sia mai cimentato in una qualunque competizione. Sia quel che sia, l’articolo 21 della Costituzione parla chiaro: ognuno ha il diritto di esprimere opinioni. E poi, il ridicolo non costituisce reato.
Comunque sia, in attesa dell’esordio agonistico del Galli, apprendiamo con dispiacere che il personaggio, degnissima persona, è stato colpito dalla terribile variante omicron del morbo esiziale, che più esiziale non si può, responsabile della strage planetaria che stiamo vivendo, se vivere è il verbo giusto.
Il nostro duolo diventa acutissimo quando apprendiamo che il Galli è stato davvero male (https://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/30010728/massimo-galli-positivo-omicron-sono-stato-schifezza-contagio-tre-dosi.html), ma non possiamo nascondere il nostro stupore quando apprendiamo che ben tre dosi del miracoloso “vaccino” gli erano state somministrate.
A questo punto, rispolverando una laurea in cui la farmacologia la fa da protagonista e mezzo secolo di ricerca, mi salta spontaneamente in testa la domanda su come mai si possa pensare che quel prodotto, chiamato da chi non è del mestiere “vaccino”, possa pretendere una qualunque validità. Mi domando pure in base a che cosa possa il Galli sostenere che senza quelle tre punturine le cose gli sarebbero andate peggio. E se, invece, fossero mai andate meglio? Di solito, almeno tra scienziati, se non si possono offrire dimostrazioni, si tace. Se non si vuole tacere, ci si spoglia per un attimo della veste di scienziato e si offre un’opinione, qualificandola come tale, magari proponendo un tema di discussione e, soprattutto, di ricerca.
Ma quando le regole della scienza sono surrogate da affermazioni apodittiche sorrette dall’italianissimo “lei non sa chi sono io”, si cade grottescamente nel ridicolo, per mai sanzionabile che la caduta sia.
Intanto, in attesa di spiegazioni, giungano al Galli i miei voti di pronta guarigione, magari accompagnata da un’illuminazione culturale, pregando il Cielo che la vecchia canzone de I Gufi non trovi applicazione (https://www.youtube.com/watch?v=iYwTESSv6gk) e che il Nostro continui a cantare per tanti e tanti anni ancora. Forza Massimo! Abbiamo bisogno di te.
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