Ho cercato di prendermi qualche giorno di requie per tirare il fiato. Non è stato possibile.
In questi giorni abbiamo assistito ad esternazioni e ad azioni da parte di “chi conta” difficili da giudicare senza incorrere nel “reato” di lesa maestà. E, allora, taccio anche di fronte a spiagge in cui si prende il sole con la mascherina, a bar in cui si può bere un’aranciata a patto di stare in piedi o a minacce di un tale che vuole “stanare” chi non si lascia iniettare l’intruglio sperimentale di cui nessuno, lui in testa, assume qualunque responsabilità.
Tutto questo ha comportato una valanghetta di messaggi di varia specie, come se io avessi la soluzione per un problema facilmente risolvibile se, banalmente, si mandasse a quel paese un manipolo di dementi e si applicassero le leggi vigenti, diritto naturale e Costituzione in primis.
Una tipologia di messaggio che mi irrita particolamente è quella, piuttosto frequentata, di chi pretende di congiungersi carnalmente con un “vaccinato” senza contrarre le conseguenze che il produttore stesso della brodazza ha chiaramente esposto. Che fare?
Fatta salva la mia indisponibilità personale, posso solo consigliare una condotta pia e casta, se non altro per limitare il fastidio provocato dai messaggi che, comunque, continueranno ad arrivare.
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