Forse dovrei vergognarmene un po’, ma verità vuole che io non m’interessi di musica leggera. Certi nomi di cantanti li sento occasionalmente pronunciare, ma non ne associo né l’aspetto né le opere, pur avendo conosciuto personalmente qualcuno di loro.
Così, non so bene chi sia Enrico Ruggeri, ma, al di là dei suoi meriti artistici, mi pare si tratti di una persona dotata di quelli che correntemente si chiamano “gli attributi”.
Mi arriva un messaggio in cui c’è la sua fotografia e un breve testo che recita:
Oggi c’è la moda di chiedere anche ai cantanti di dichiararsi antifascisti e di cantare Bella Ciao. Tu sei antifascista?
Al che Ruggeri risponde: “Io durante il fascismo non c’ero. Però c’ero quando due anni fa per lavorare dovevi avere il Green Pass o ti rincorrevano con l’elicottero se correvi in spiaggia. L’unica forma di totalitarismo che ho vissuto è quella. E mi dichiaro contro molto volentieri.”
Al di là del fatto che si è fatto infinitamente di peggio, per quel che mi riguarda, non posso altro che dirgli che può a buon diritto andare orgoglioso di sé stesso. Un uomo di spettacolo che ha il coraggio di assestare uno schiaffone a certi delinquenti rischia di non lavorare più. Io, che pure faccio altro nella vita, ne so più di qualcosa.
Coraggio: c’è vita sulla Terra.
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