Cari, pochi amici e ancor meno numerosi frequentatori di Free Health Academy,
Cerchiamo di capirci.
Che piacciano o no, io ho peculiarità che mi sono proprie e, alla mia tarda età (non ho detto veneranda perché non c’è niente da venerare), non si cambia più.
Io sono incapace di raccontare bugie e non tollero l’ipocrisia. Ribrezzo e pena è quanto provo nei riguardi dei miserabili che infestano il web infettando proprio con bugie e ipocrisie milioni di gonzi desiderosi di satollarsi con quel cibo avvelenato. La recente vicenda dei ciondoli su cui io intratterrei interessi è solo uno degli esempi di sfruttamento dell’imbecillità corrente.
Ciò che mi dispiace, però, è quando proprio bugie e ipocrisie si pretendono da me.
Qualche giorno fa, peraltro del tutto al di fuori delle mie competenze, sono stato sollecitato nel corso della diretta che faccio tutti i venerdì sera a proposito del caso tristissimo di un ragazzo malato di cancro con tanto di metastasi. Che i signori medici lo abbiano vaccinato in quanto “soggetto fragile” è un particolare a corollario della narrazione che chi vorrà terrà in conto. Che cosa si pretendesse in qualche modo da me non mi è chiaro. Io non sono un oncologo, io non conosco il caso specifico, io non ho veste per esprimermi. In più, io sono sotto osservazione maniacale da parte di un personaggio che cerca in ogni modo, indipendentemente da qualunque punto di vista legale, morale o anche solo reale che sia, di mandarmi al patibolo per i suoi non proprio limpidi interessi. Quindi, qualunque occasione è degna di essere utilizzata.
Nel caso in questione, io non posso altro che capire che, quando si è disperati, ci si aggrappi a qualunque appiglio, e non posso altro che soffrire per la sorte crudele toccata ad un ragazzo molto più giovane dei miei figli. Pur avendo più di qualcosa da dire da diversi punti di vista, ma ben conscio dell’inutilità di quello che avrei detto, la mia risposta fu quella legata ai fatti: io non ci potevo fare nulla, e, sempre sollecitato in proposito, aggiunsi che io sono sì amico del dott. Giuseppe Di Bella, ma questo non significa in alcun modo che io abbia titolo pe imporgli alcunché. Insomma, se si vuole, ci si metta in contatto con lui direttamente: il numero di telefono dell’ambulatorio è pubblico.
A questo punto, pensavo che la vicenda fosse chiusa. E, invece, no. Una signora, probabilmente frequentatrice dei salotti televisivi, ha fatto sentire la sua voce: come mi permetto di essere “cinico”? Come mi permetto di non inventare panzane? Vulgus vult decipi, ergo, decipiatur.
Ora, vi prego: non pretendete da me ciò che non vi darò mai. Il mondo pullula di truffatori, e se è da loro che volete appoggio, non importa di quale tipo, siate liberi di farlo. In quel caso, però, dimenticatevi di me.
In conclusione, se mi ponete una qualunque domanda, siate pronti ad accettare la mia risposta.
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