Che io non abbia mai provato simpatia per il ragionier Giuseppe Grillo credo sia cosa nota. Che la mia stima per lui scenda a valori che sono quelli delle temperature invernali siberiane, altrettanto. Però, da sportivo, devo dire che da lui ho imparato diverse cose importanti. La prima è che i truffatori di successo sono quelli che sanno ispirare fiducia. La seconda è quella contenuta nella sua frase in qualche modo profetica, una frase di cui do il succo, secondo cui, tra i milioni di persone che hanno contezza della mia esistenza, una piccola manciata di loro mi renderà la vita sgradevole.
Alcuni lustri fa un vecchio professore mi disse che la macchina del fango è facile da manovrare ed ha una resa enorme. S’inventa qualsiasi porcheria a scapito di qualcuno, e la quasi totalità di chi ne verrà a conoscenza ci crederà o, almeno, avrà insinuata la cosiddetta “pulce nell’orecchio.” Quando, poi, l’invenzione si sarà dimostrata senza fondamento, saranno ben pochi coloro che ne verranno a conoscenza e, tra loro, a molti resterà il dubbio. Insomma, il diffamatore avrà colpito comunque il bersaglio e si sarà portato a casa un grasso risultato.
Lo stesso professore mi disse che non bisogna mai entrare in discussione con i cretini. Con loro è destino ineluttabile quello di perdere. Costoro, infatti, possiedono la dote di trascinare l’occasionale avversario in un terreno conosciuto solo a loro in cui valgono regole che sono solo loro a dettare, e che mutano a loro piacimento.
Insomma, li si lasci a blaterare i loro monologhi ignorandoli.
Tutto vero, ma la tentazione di reagire al cretino di turno può diventare talmente forte da essere impossibile da dominare. Oggi comunicare con il mondo è diventato facilissimo per chiunque, e quelli, di regola dei falliti, spesso con un passato d’infanzia e giovinezza infelici, senza amore e senza amici, comunicano. Così, inventano raffiche di numeri, riferiscono di avvenimenti che inchiodano l’odiato avversario, e nulla importa se quegli avvenimenti non sono mai avvenuti. Loro sanno. Loro accusano. Loro condannano. Loro raccattano consensi tra i loro simili alla disperata ricerca di “mostri” che, in qualche modo, li facciano uscire vincitori da un confronto, non importa se morale, scientifico, politico, sportivo, o di qualunque altra natura, che, se le regole normali dell’onestà, del cosiddetto fair play, vigessero, li farebbero uscire a pezzi.
Per sua stessa definizione, il quoziente intellettivo del cretino è sotto media. Di regola il cretino non ha cultura. Di solito mantiene l’attenzione solo per tempi relativamente brevi, e, dunque, si tratta solo di far passare la nottata, come da battuta celeberrima della Napoli Milionaria di Eduardo De Filippo. A volte, però, la loro guerra santa dura un po’ più a lungo, e io ne ho qualche esperienza. Ma, alla fine, quelli perdono interesse e vanno a schizzare il loro veleno altrove.
In conclusione, vedrò di non rispondere più a cretini. Non si offendano.
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