I miei pochissimi lettori siano avvertiti: sarò particolarmente noioso.
Qualche sera fa, lo ammetto, controvoglia, ho partecipato ad una trasmissione televisiva di Byoblu. Controvoglia perché l’argomento non era il mio (si doveva parlare dell’isolamento del virus Covid). Controvoglia perché io non mi esprimo su argomenti che non mi appartengono. Controvoglia perché ormai da molti anni mi sono accorto di quanto sia inutile pretendere prove di ciò che si sostiene. Controvoglia perché la maggioranza del popolo ha un livello di attenzione paragonabile a quello di un bambino in età prescolare. Controvoglia perché da anni so che la parola onestà è relegata ad una pagina non frequentata del vocabolario. Controvoglia perché, come è regolarmente accaduto, si distorcono le mie parole, addirittura inventando concetti che io non ho mai espresso. Controvoglia perché non sopporto i dilettanti, specie se presuntuosi. Controvoglia perché ho molti impegni. Controvoglia perché la sera, quando posso, vorrei andarmene a letto.
Se ho partecipato è perché non volevo essere scortese nei confronti di persone che conosco da tanti anni.
Secondo un tale Enrico Fermi, e pure, per quanto possa valere la mia opinione, secondo me, scienziato è solo chi, nel campo scientifico, è stato autore di una o più scoperte. Non importa di quale portata le scoperte siano: la discriminante è l’aver scoperto qualcosa. Se qualcuno discetta di scienza, sempre che non ignori il significato del concetto di scienza, e lo faccia senza scoperte alle spalle, è semplicemente un dilettante, un erudito, un didatta, o chi vi pare. Non certo uno scienziato. Per semplificare: se una persona ha visto migliaia di partite di calcio, non è per questo un calciatore.
Un altro fatto da tenere presente è la regola che vale nei congressi scientifici. Quelli veri, intendo. Ciò che si presenta deve necessariamente essere farina del proprio sacco, vale a dire risultati di lavori propri. Chi non ha niente di originale da riferire, siede tra gli spettatori e tace.
Nel nostro curioso paese, invece, le cose funzionano in altro modo. Perfetti incompetenti pontificano citando, non necessariamente a proposito, lavori altrui, non necessariamente relativi a scoperte. Costoro, gabellati per scienziati, si esibiscono citando pubblicazioni non loro e, di fatto, attuando quello che in inglese si chiama cherry-picking, il che significa la raccolta di tutto quanto fa comodo per sostenere una tesi, ignorando qualunque prova contraria.
Se in un ambiente scientifico vero costoro non sarebbero nemmeno ammessi, da noi costituiscono la “verità.” Accade addirittura spesso che quei tali siano consulenti dei decisori quando non i decisori stessi su scelte che possono essere delicatissime.
Senza sorpresa, questo è quanto è accaduto a Byoblu, dove due personaggi sostenevano a gran voce che il terribile virus fosse stato isolato quando, incontestabilmente, tutti gli enti pubblici cui ci si è rivolti per avere prove concrete dell’isolamento (no perditempo) hanno risposto chiaramente che l’isolamento non è mai avvenuto. Dunque, a mio parere, non ci sarebbe stato alcun bisogno di dibattere perché la risposta ce l’abbiamo già, ed è una risposta ufficiale a livello planetario. Insomma, almeno fateci vedere il virus, altrimenti saremo a livello dei bestiari di qualche secolo fa dove, pagina dopo pagina, s’illustravano unicorni, cinocefali, sirene, uomini a due teste e quant’altro, allegando testimonianze di chi li aveva incontrati. Ai nostri tempi si mostra un’illustrazione artistica di un capside, e il popolo è tenuto ad essere convinto che quello è il virus. Quando, poi, si è cercato di far capire che sequenziamento ed isolamento sono cose ben diverse, l’argomento, per fondamentale che sia, è caduto nel vuoto.
Eppure, si dibatteva. Anzi, uno dei due personaggi si permetteva pure di ridacchiare davanti a chi non era d’accordo con le sue affermazioni, ed è persino arrivato a strapparsi le vesti quando io ho osato domandargli quanti virus avesse lui stesso isolato: scandalo!
Si è arrivati a dire che io avrei sostenuto che la letteratura scientifica è inutile. Ciò che ho detto, e che confermo, è che molta letteratura spacciata per scientifica scientifica non è, che in quel coacervo si trova tutto e il contrario di tutto, e che occorre senso critico per approcciarsi a quelle pubblicazioni. Purtroppo, non tutti i partecipanti alla trasmissione erano adatti a digerire l’ovvietà.
Addirittura, si è arrivati a pretendere che il dibattito scientifico debba attenersi alle regole di un salotto dove si sbocconcellano pasticcini accompagnati da un bicchierino di rosolio. Incompetenza? Ipocrisia? Mi esimo dal rispondere.
L’ho detto: quello non è il mio argomento, ma ho comunque diritto di vedere prove di quanto si afferma. Questo, a maggior ragione, quando ci si abbiglia da scienziati.
A me non va di sparare, come si suol dire, sulla Croce Rossa, e, per questo, mi astengo dall’aggettivare il personaggio dalle vesti stracciate allegando una mia personale valutazione su esperienza specifica, onestà, intelligenza e cultura. Resto solo perplesso avendo saputo che si tratta di un docente universitario, il che significa che i suoi studenti potrebbero esserne influenzati.
Chi se la sente vada a https://www.byoblu.com/2023/03/20/e-lora-della-verita-20-3-23/, più o meno dal minuto 31.
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