A Sua Eminenza Reverendissima il Vescovo di Bolzano, Monsignor Ivo Muser
Sua Eminenza Reverendissima,
Chiarisco immediatamente il mio stato di battezzato e cresimato non credente. Questo non toglie che io cerchi di comportami come se credessi, e non per la cosiddetta scommessa di Pascal, perché non punto su alcun premio post mortem, ma solo per il rispetto che porto a me stesso.
Il mio mestiere è quello di scienziato, mestiere che svolgo da oltre mezzo secolo, e una delle ricerche che conduco da circa 17 anni insieme con mia moglie, la dott.ssa Antonietta Gatti, riguarda i vaccini.
Al di là dei risultati delle analisi, risultati non proprio tranquillizzanti, mi permetto di domandarLe quale sia il Suo parere riguardo il fatto dell’uso di feti umani abortiti, per di più a pagamento con tanto di tariffe pubblicate, utilizzati per la produzione di quei farmaci. Mi permetto pure di ricordarLe che sono le ditte farmaceutiche stesse a rendere noto da decenni quell’uso in almeno una trentina di vaccini diversi.
Da non credente, chiedo ad un Pastore cattolico di illustrarmi la posizione della Chiesa e, se vorrà, la Sua personale. Se lo ritiene il caso, sono disponibile ad un incontro privato nel corso del quale Le mostrerò tutte le prove ufficiali pertinenti.
Certamente, Lei è al corrente del canone 1397 che al § 2 recita “Chi procura l’aborto ottenendo l’effetto incorre nella scomunica latae sententiae.” Mentre al § 3 riporta “Se si tratta dei delitti di cui in questo canone, nei casi più gravi il chierico reo sia dimesso dallo stato clericale.”
La prego di accogliere, Signor Vescovo, l’espressione della mia stima,
dott. Stefano Montanari
presidente della Fondazione Nanodiagnostics ETS
Questo è il testo della mail che mandai il 13 novembre scorso al vescovo di Bolzano. Proprio a Bolzano mi fu riferito come Monsignor Muser, che di quella diocesi è vescovo ed è il destinatario del messaggio ([email protected]), si esprima a favore dell’uso dei vaccini: presa di posizione legittima, sia chiaro, ma sorprendente in chi si proclama cristiano, addirittura rivestendo una carica pastorale.
I fatti dicono che, ad oggi, nessun cenno di risposta è arrivato, un atteggiamento che dovrebbe essere estraneo, oltre a qualunque persona educata, ai doveri inderogabili di un sacerdote. Una pecorella smarrita chiede aiuto, e il pastore ignora il belato. E se morissi domani?
Sul perché di questo atteggiamento ognuno sia, ovviamente, libero di esprimere la propria opinione, e non mi scandalizzerò di certo se l’opinione fosse che ciò che dice e pensa Monsignor Muser è comunque privo d’interesse.
Per quanto mi riguarda, non tollerando bugie e ipocrisie, mi limito ad osservare quanto riportato dalle case farmaceutiche e dal Diritto Canonico, un testo che non lascia spazio ai “sì, però...” O lo si prende sul serio, sempre che la serietà e la coerenza facciano parte del copione, o finirà come la Costituzione italiana.
Da non credente profondamente religioso (prendo in prestito la definizione da Albert Einstein,) attenendomi a quanto fa parte delle premesse del cristianesimo, posso solo dire che gabbare gli uomini può essere facile e, forse, anche provvisoriamente conveniente. Quanto a gabbare Dio, temo si tratti di un cimento difficile. Ma che ne so io, abbandonato nel buio della mia fede mancante?
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