La censura è un atto palese di debolezza da parte di chi la attua. Mancando gli argomenti, si ricorre alla violenza.
La sola condizione che può rendere la censura accettabile è quando la si mette in pratica per evitare a qualche sconsiderato di mettersi nei guai, infrangendo la legge. Insomma, un atto di pietà.
Da qualche settimana, di tanto in tanto ricevo messaggi di chi mi comunica che un suo commento è stato censurato in questo blog, e il sospetto, direi quasi naturalmente, ricade su di me. Indipendentemente dal fatto che, dal punto di vista tecnico, io non saprei come fare a censurare qualcuno, non vedo perché mai dovrei farlo. Chiunque può accorgersi del fatto che qui si esibisce un personaggio sulla cui salute mentale è difficile giurare: un povero essere che partorisce stravaganze a raffica e lo fa da molti anni, addirittura assumendo le identità più disparate. Ebbene, questo personaggio continua ad imperversare, rendendosi ogni giorno più ridicolo oltre che noioso, e nessuno lo censura.
Qualche giorno fa è accaduto qualcosa di curioso: una mia risposta è comparsa per qualche momento per poi svanire. Difficile sostenere che io mi autocensuri.
A questo punto, non posso altro che ipotizzare il controllo e l’attività di qualche ente esterno, persona o algoritmo che sia, il quale interviene, agendo da setaccio. Dopotutto, non ci sarebbe da stupirsi: se questo funziona in campo scientifico, non si vede perché non dovrebbe essere applicato in altri settori.
Ora la mia domanda è: che fare? Alziamo le mani e ci dichiariamo sconfitti chiudendo tutto?
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