Il cuore dell’azione si svolge a Pesaro. La data è 1° maggio 2023. Al luogo decretato dalle “autorità” come quello dove il rischio era, tutto sommato, meno incontenibile mia moglie ed io siamo arrivati puntuali alle 10. Impossibile avvicinarsi in automobile: uno schieramento di vigili urbani, poliziotti e carabinieri sbarrava la strada. Ci siamo subito domandati dove fossero le guardie forestali, le guardie cinofile, e i pompieri. Forse erano acquattati sulle alture circostanti, pronti ad intervenire se la battaglia lo avesse richiesto.
È probabile che le “autorità” reputassero che i convenuti potessero comportarsi, certo senza paragoni con la loro saggia violenza, come le “autorità” stesse. E, invece, nessuno ha inseguito nessuno brandendo siringhe, nessuno ha legato nessuno, nessuno ha costretto nessuno alla fame, nessuno ha chiuso a chiave in casa nessuno, nessuno ha obbligato nessuno ad infrangere la legge indossando maschere, nessuno ha contato i metri percorsi dalla porta di casa, nessuno si è impadronito dei figli altrui, nessuno ha composto fantasie epidemiologiche... Insomma, c’era solo qualche migliaio di persone, certo più delle 3.000 previste (https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2023/05/01/da-tutta-italia-per-manifestazione-pesaro-contro-biolaboratorio_f1735820-c43f-412d-86d0-e45823e8975e.html) che non hanno causato il minimo incomodo alla città e ai cittadini.
Personalmente ho sofferto dell’assenza di Riccardo Cuor di Sciacallo che, comunque, aveva mandato una rappresentanza. Peccato: avesse avuto il tempo di presentarsi, l’avrei invitato sul palco ad illustrare alla folla l’esecrabile vicenda dei ciondoli magici. Poi, magari, nei giorni seguenti, l’illustrazione avrebbe potuto coinvolgere la magistratura, resa edotta delle fonti d’informazione del sullodato Riccardo.
Come spesso accade, il giorno dopo non è mancata la comicità. Un tale Andrea Colombini ha registrato un lungo messaggio in cui, oltre ad informare il suo pubblico che è poliglotta e intelligentissimo (informazione dovuta che ha preso il mondo di sorpresa), altre ad essersi esibito in un paio di assolo di naso soffiato al fazzoletto (si dichiara musicista) con vere e proprie vette di virtuosismo, oltre ad aver ripetuto per gli psicolabili che se ne fossero scordati (e per me che non ne avevo conoscenza) che io condivido interessi sulla vendita di un ciondolo al modico prezzo di 2.500 Euro, dichiara che nella riunione di Cesena di ieri (?) io lo avrei tirato in ballo. Non vorrei deludere siffatto illustre personaggio (tanto nomini nullum par elogium), ma, prescindendo dal fatto che a Cesena non risulta esserci stato nulla, di accennare a lui a Pesaro non ho davvero pensato. Naturalmente, me ne dolgo: ignorare un talento di quella statura intellettuale, culturale e morale, addirittura in possesso d’informazioni su di me di cui io non sono al corrente, è imperdonabile. Per espiare, andrò ad ascoltare un suo concerto.
A parte ciò, gl’interventi sul palco si sono susseguiti, e, stranamente, nessuno di loro è parso favorevole a che la scienzah faccia il suo corso. Forse nessuno aveva prestato il dovuto ascolto all’illuminante esibizione dello “scienziato” televisivo di regime che, profetico come sempre, cercava di far capire ai pochi scalmanati diabolicamente prigionieri di un fosco passato che nei laboratori del dottor Caligari (appena una ventina in progetto quando ne occorrerebbero ben di più) si è già sulla soglia dell’apparizione del vaccino anticancro. Chi ha nozioni di farmacologia dimentichi tutto quanto ha fallacemente studiato: per fortuna oggi la chimica, la fisica, la farmacologia, la fisiologia, la Natura stessa s’inginocchiano sconfitte al cospetto della scienzah.
Un argomento che mi sono permesso di toccare nei pochi minuti che mi sono stati concessi è quello relativo ad Anthony Stephen Fauci, il genio della nuova immunologia che gli Stati Uniti ci hanno messo a disposizione. Questo faro di sapere, questo paladino della salute, questo benefattore dell’umanità lo avremo tutto per noi, e sarà lui ad essere la vera guida dei laboratori. Va da sé che paghiamo tutto noi. In ogni senso.
L’università di Siena, documentata esistere fin dall’anno 1240, ha capito subito che fortuna fosse caduta sul popolo italico, e il 17 giugno prossimo gli conferirà in pompa magna una laurea honoris causa. Identico onore sarà tributato al grande Rino Rappuoli per i meriti che sta conseguendo presso la ditta GSK, l’azienda che con i suoi prodotti sta salvando il Pianeta.
In un mondo diverso dal nostro, il 17 giugno migliaia di persone si sarebbero radunate davanti alla sede dell’università, e non certo per festeggiare. I laureati senesi, poi, avrebbero pubblicamente fatto a pezzi il loro diploma. Invece... Invece no: la gloriosa università di Siena illuminerà il nostro cammino santificando due filantropi, e tutti vivranno (?) felici e contenti.
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