Credo sia difficile per tutti restare aggiornati. Bianco e nero, bello e brutto, vero e falso... In un lampo cambia tutto.
Un tempo la scienza si fondava su capisaldi dimostrati al di là di ogni legittimo dubbio. La medicina, che, epistemologicamente, scienza non è, dalla scienza traeva dati incontestabili per poi avanzare secondo l’esperienza che si acquisisce sul campo, il tutto tenendo come ago della bussola il solo interesse del paziente. Oggi sappiamo: tutte menzogne di cui siamo stati per generazioni ignari prigionieri. Oggi, finalmente, ci siamo liberati da questi gravami, e scienza e medicina corrono gloriosamente insieme tenendosi per mano con finanza ed economia di chi si sacrifica per il bene comune.
Il 5 maggio scorso, data già memorabile per la storia (convocazione degli Stati Generali a Parigi nel 1789, morte di Napoleone Bonaparte nel 1821, partenza della crociera dei Mille nel 1860, vittoria della coppa di Francia di calcio da parte del Montpellier nel 1929...), il virus è stato sconfitto o, forse, relegato alla pensione.
Il suo è stato comunque un lavoraccio: nessuno l’ha mai visto, a parte qualcuno la cui opera ricorda da vicino le certo veritiere testimonianze riportate nei bestiari medievali con unicorni, uomini a teste multiple, ippogrifi e altre creature della cui esistenza, per secoli, fu saggiamente giudicato ridicolo dubitare. Quando qualcuno pretendeva che si esibisse l’essere in carne ed ossa, i saggi si stracciavano le vesti, e, con mirabile coerenza, da allora nulla è cambiato.
Nessuno l’ha visto, eppure, dal suo nascondiglio segreto, è riuscito a devastare il mondo. Sua è la responsabilità di fantastilioni di decessi che hanno spinto gli scienziati moderni alla creazione di armi potentissime: una creazione così urgente da consigliare di non perdere tempo con pinzillacchere come, non dico una sperimentazione (nessun vaccino o pseudo-tale è mai stato sperimentato), ma, almeno, un controllo sulla tossicità. Un azzardo? Solo in apparenza, perché l’eroica audacia di chi tanto si prodiga per noi è stata premiata: altri fantastilioni di esseri umani devono la loro vita a quei liquidi miracolosi. Qualche riga fa ho detto armi, e come le armi anche quelle salvifiche fialette sono coperte da segreto militare, cosicché chiunque voglia biecamente spiare al loro interno, certo in combutta con il virus, verrà appeso senza pietà per gli alluci nelle segrete del castello.
Quel virus dalle mille imprendibili facce, tutte demoniache, ha costretto a chiudere agli arresti domiciliari il popolo, ha costretto i fanciulli a sostituire la scuola con i videogiochi, ha costretto chi, in qualche modo, voleva difendersi a portare prima i guanti e poi a mascherarsi per non essere riconosciuto dal nemico. Ha costretto ad acquistare banchi scolastici a rotelle. Ha costretto le ditte farmaceutiche ad incassare quantità pesantissime di denaro. Ha costretto persone di commovente dolcezza ad auspicare pubblicamente pene terribili ma giuste da comminare ai ribelli, compresa la loro trasformazione in ignobile poltiglia verdastra. Ha costretto a prendere l’impegnativa decisione di condannare al rogo la legge, a partire da quella zavorra assurda che è la Costituzione. E grazie alla saggezza dei nostri salvatori, chi si mostrava riottoso veniva punito come si conviene per i peggiori delinquenti, togliendogli ogni forma di sostentamento come fu per il conte Ugolino di dantesca memoria.
Ora, grazie a tanto senno, a tanta avvedutezza, a tanto coraggio nell’annichilire tutto quanto avevamo fallacemente creduto essere scienza, medicina e legge, il virus è sconfitto. Il 5 maggio nelle cattedrali della politica, della medicina e della scienza ha echeggiato il Te Deum della vittoria composto per l’occasione dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dal suo mecenate William Henry Gates III.
Sconfitto? Non possiamo esserne sicuri. Da tempo i nostri tutori ci stanno mettendo in guardia sull’arrivo di un morbo terribile di cui ancora non abbiamo contezza, se non quella del suo certo insinuarsi tra noi. Morbi esiziali sono in arrivo. Sarà l’alopecia? Sarà il tappo di cerume? Forse un deturpante foruncolo sul naso? O sarà una malattia che ci arriva da un animale (zoonosi) come il micidiale ginocchio della lavandaia del criceto? Di che cosa si tratti, ancora, per non colpire la nostra emotività, non ci è stato rivelato, ma non possiamo dubitare che qualcosa di terribile è nel futuro prossimo del Pianeta. Del resto, l’ha detto la tibbù. Ma noi confidiamo che i vaccini siano pronti. Vincere! E vinceremo!
Intanto, nella palpitante attesa, abbiamo ancora confortanti testimonianze che non tutto il popolo ha sventatamente accantonato le armi. C’è ancora chi, con saggia prudenza, indossa una maschera pur trovandosi in perfetta solitudine e chi, gestendo strutture sanitarie, impedisce l’accesso a chi non è mascherato, come da articolo 85 TULPS letto come si deve, cioè al rovescio.
https://www.youtube.com/watch?v=1YO43X19KYY (fate presto a guardarlo perché potrebbe scomparire.)
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