Vorrei dare una mano ai nostri enti che s’impegnano a fornirci informazioni che siano le più complete ed obiettive possibili. Può accadere che queste infaticabili e quasi eroiche formichine non abbiano il tempo per riferire proprio tutto, e, allora, mi si permetta di unirmi, in tutta modestia, alle loro fatiche.
Il 13 giugno scorso, il valorosissimo ministro Roberto Speranza (grazie di esistere) si è recato a Firenze per onorare e, soprattutto, illuminare quella già illustre città.
Per contenere l’entusiasmo della folla che si accalcava per osannarlo, era schierata la Polizia.
A testimonianza di quell’entusiasmo, mi arriva il troppo breve video allegato in cui si vede il popolo festante che, grato, mostra al ministro le fotografie di chi è passato ad una vita migliore di quella già sublime che viviamo oggi, grazie anche all’opera del grande statista.
Ancora, grazie di esistere.
Qualcuno mi ha avvistato tra Palermo e Catania e ne ha dato notizia urbi et orbi.
La cosa è piuttosto interessante, e, se verificata, può giocare a mio favore nella causa di beatificazione, seguita da quella di canonizzazione, che inizierà un attimo dopo la mia morte.
La bilocazione, infatti, pare essere caratteristica di alcuni santi e beati, e io, seppure a mia insaputa e ancora in fase di candidatura, tra questi, stando, almeno, alla testimonianza ricevuta.
Per quanto mi consta, io non metto piede in Sicilia da parecchi anni, ma non è detto che il mio doppio, quello santo, non si muova, magari per telecinesi, senza avvertirmi.
Se il fatto m’incuriosisce e, in un certo modo, mi diverte, un po’ mi preoccupa.
Ammettiamo, per pura ipotesi, che tra Catania e Palermo avvenga un fatto increscioso, addirittura delittuoso, e ci sia chi giuri di avermi visto aggirarmi in quei luoghi, che cosa succederebbe? Siamo certi che chi è chiamato a...
Il suicidio è una pratica condannata da diverse religioni, quella cattolica compresa, e gesto apprezzato o visto come indifferente presso altre. In determinati casi, la tradizione giapponese lo vede come un atto onorevole. Molti secoli fa, in certe circostanze, era addirittura un privilegio riservato ai condannati a morte di riguardo.
Tecnicamente, il suicidio è la soppressione di una vita: nel caso specifico, la propria. A questo punto, si potrebbe obiettare che, se la vita è la mia, mi appartiene. Quindi, se è mia, ne faccio ciò che più mi aggrada. Sotto questo aspetto, per quanto mi riguarda e per quanto conti la mia opinione, io non ho nulla da dire.
Ciò che mi sento di dire è che, in ogni caso, il suicidio è l’atto estremo della disperazione, cioè dell’assenza di qualunque speranza. Per questo, la fuga dalla vita appare come l’unica possibile soluzione, così come, a livelli di gran...
È una guerra persa, ed è inutile che io continui pateticamente a combattere.
Quando m’imbatto in qualcuno che strombazza il dovere di essere orgogliosi dell’itaGlianità, preferisco esimermi da giudizi che sarebbero impietosi. Se si vuole essere obiettivi, l’ItaGlia esiste solo quando si sventola il tricolore allo stadio fischiando l’inno nazionale dei biechi rivali.
Comunque sia, domenica scorsa l’ItaGlia che raglia è stata il palcoscenico dedicato alla celebrazione della democrazia: tutti alle urne per decidere che fare di cinque leggi.
Tutti? Beh, non proprio: più o meno otto itaGliani su dieci hanno preferito dedicarsi ad altro, senza perdere tempo a rispondere a domande di cui, probabilmente, non avevano capito niente. Ma tempo ne avrebbero perduto poco, perché i seggi erano semideserti. Per quanto riguarda mia moglie e me, noi siamo entrati direttamente senza un solo secondo di attesa.
Forse ad attendere...
“Die Religion ist das Opium des Volkes” è una delle frasi più citate di Karl Marx e risale al 1844. Per chi non ha goduto delle lezioni di tedesco della professoressa Carla Bondi, donna di vastissima cultura, come fu il mio caso, “la religione è l’oppio del popolo” è la traduzione.
Se non si tratta di oppio, di altro stupefacente si tratta, e mi riferisco allo sport professionistico, protagonista di un numero enorme di trasmissioni televisive, di giornali interi, di innumerevoli siti Internet...
Inevitabilmente, anche lo sport rientra negl’interessi del regime planetario, e le notizie vengono meticolosamente filtrate.
Un esempio di censura è tutto quanto riguarda le conseguenze del trattamento genico (ora segreto militare!) cui gli atleti sono sottoposti.
Anche se non conoscete né la lingua francese né quella inglese, penso possiate interpretare facilmente le immagini di ...
Per favore, piantatela!
Tutti i giorni io sono importunato da personaggi piagnucolanti che pretendono da me la soluzione dei problemi che affliggono loro o qualcuno di loro interesse dopo essere stati sottoposti a “vaccinazione.”
Io non ho alcuna soluzione.
Anche se mi si aggrappate addosso, illustrandomi con dovizia di particolari, peraltro tutti privi di rilevanza, perché vi siete fatti inoculare, io continuo a non avere alcuna soluzione.
La sola cosa che posso consigliarvi è quella di andare ad importunare chi vi ha forzato o convinto a subire il trattamento. Magari, rivolgetevi alla magistratura che, a mio parere, dovrebbe essere competente al trattamento del caso.
Quindi, se non volete una risposta che non gradireste, evitate di rivolgervi a me quando la mazzata vi arriverà o, chissà, vi è già arrivata. Che c’entro io?
Io ho speso la mia vita ad aiutare i malati. Ma non perdo tempo per quelli che se la sono cercata,...
Non so se la si studi ancora a memoria. Magari, oggi non la si legge neppure.
Sto pensando a quella che forse è la più bella poesia di quel poeta profondo e leggero che fu Giuseppe Giusti, lucchesse della provincia oggi pistoiese, morto quarantenne a metà dell’Ottocento. “Sant’Ambrogio” è il titolo.
Molto in breve, in quei versi si descrive come i soldati delle truppe austroungariche d’occupazione fossero uomini esattamente come gli occupati, e come anch’essi fossero vittime di un potere che li schiacciava, rendendoli schiavi e “strumenti ciechi d’occhiuta rapina”. A peggiorare la situazione per loro c’era il fatto di essere odiati da chi da loro veniva oppresso “per dovere.”
Ben oltre un secolo più tardi, Pier Paolo Pasolini esprimeva un concetto analogo a proposito degli “odiati” poliziotti.
Quando, la sera del 7 giugno scorso, mi sono trovato davanti alla sede...
Qualche giorno fa, il 5 giugno, ho pubblicato un post (https://www.freehealthacademy.com/blog/montanari-denunciato) con cui chiarisco che il fantomatico Patto Trasversale per la Scienza (nome altisonante: peccato che in quel salottino di buontemponi manchino tante cose, tra cui scienza e scienziati) non mi ha mai denunciato. O, almeno, a me, dopo anni, non è mai arrivata alcuna comunicazione.
Oggi, un tale che non ho il privilegio di conoscere mi scrive che, magari, sì: quella denuncia non è mai arrivata, ma il sindacato degl’infermieri FNOPI ha comunicato nel maggio del 2020 di aver conferito mandato ai suoi legali di sporgere una denuncia nei miei confronti. Quindi, io sono necessariamente colpevole. Di che, non è dato sapere, ma non ci si deve fermare davanti a siffatte pinzillacchere. Quando uno è denunciato, è ovvio che ne abbia fatte di tutti i colori. Non fosse così, come si farebbe a fare giustizia?
Ora, io capisco che...
“Bisogna fidarsi della SCIENZA!”
Chi pronuncia una frase del genere non ha idea dell’idiozia che sta dicendo.
Fuori della scienza di cui, comunque, la medicina non fa parte ma è solo debitrice, un passettino alla volta, c’è chi perde la fiducia nei medici.
Il fenomeno può essere considerato sotto più di un aspetto. Il primo è una sorta di difesa contro l’ignoranza che il regime impone a quei professionisti. A questo si può aggiungere il disappunto, per non dire altro, di ritrovarsi con il medico “di fiducia” che rifiuta una visita domiciliare, dichiarando di essere terrorizzato da un virus, peraltro mai visto da nessuno, come risulta dalle richieste tra USA, Canada e Spagna alle rispettive autorità sanitarie, ricevendo come risposta “Chi l’ha mai visto?” Insomma, riassumendo al massimo, c’è chi dice “piuttosto che rivolgermi a un medico, preferisco fare da...
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