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La sconfitta degli angeli ribelli

il blog di stefano Jul 31, 2024

Non so quanti tra i miei ormai pochissimi lettori abbiano visto la cerimonia di apertura delle Olimpiadi parigine. Per quanto mi riguarda, io ho retto qualche minuto, certo meno di cinque, e poi me ne sono andato. Se fossi più nauseato o più terrorizzato non saprei dire.

Erroneamente definito “non credente” solo perché trovo mortificante l’antropomorfizzazione della divinità e il suo uso per rendere schiave le masse, mi pare non possano esistere dubbi sull’esistenza del demonio, qualcosa di cui abbiamo prove a ripetizione. E il demonio, ottimo generale, ha allestito una strategia attraverso cui attacca il nemico, cioè l’umanità intera, da ogni lato, in modo da non lasciare scampo. Per accorgersi della situazione basta rivolgere l’attenzione alle religioni, un’attenzione che sia onesta, a partire dal cristianesimo ufficiale, con miliardi di adepti indotti ad iniettarsi liquidi prodotti utilizzando feti umani squartati a cuore battente e convincendoli che quel crimine orrendo e ripugnante è un “atto d’amore”. Se a crocifiggere Gesù siano stati gli ebrei che trasferirono il compito ai loro invasori romani, oggi a crocifiggerlo di nuovo sono i cristiani stessi. (https://www.vatican.va/archive/cod-iuris-canonici/ita/documents/cic_libroVI_1397-1398_it.html)

Non che ebrei e musulmani ne escano meglio, visto che in quegli stessi liquidi è contenuta gelatina di maiale, animale per loro impuro di cui è empio cibarsi ma, evidentemente, ci se lo può iniettare perché, così, è stato promesso che si eviteranno due linee di febbre.

Tra i fronti attaccati, quello dei bambini in primis, non poteva mancare lo sport, un’attività che per la Grecia antica aveva connotati religiosi tanto che, al tempo della celebrazione delle gare, quei connotati portavano a prescindere addirittura dalle guerre in corso.

Nelle mani di uomini (?) corrotti e privi di cultura, lo sport di oggi è stato ucciso nello spirito, e basti osservare quanto accade agli atleti russi e bielorussi cui non è concesso di gareggiare o, nei tutto sommato rari casi in cui, per qualche ragione non propriamente nobile, la concessione è graziosamente concessa, viene cancellata la loro bandiera nazionale.

Ora, a precedere l’olimpiade più grottesca e fallimentare della storia, la Francia ha inscenato una cerimonia di apertura dei Giochi in riverente ossequio al demonio, ma, come spesso accade quando l’ossequio è tributato da servi sciocchi, il tutto si è rivelato controproducente, tanto che il video di quell'orrore è stato frettolosamente reso invisibile. Credo che il demonio stesso sia decisamente arrabbiato nei confronti dei suoi schiavi, e che dall’altra parte, se l’altra parte esiste, ci sia chi se la ride.

Non ho idea di quanti abbiano voglia di dedicare una quarantina di minuti della loro vita a guardare https://www.youtube.com/watch?v=PwGDN-0gySI, un video interessantissimo dedicato a quella cerimonia. Io l’ho fatto.

Il demonio vincerà? No di certo.

La ribellione alla divinità suprema è trattata da varie religioni, a partire dal mazdeismo persiano, e il risultato è sempre lo stesso: inevitabilmente a vincere è la divinità suprema. Il che, credente o no, mi pare cosa fin troppo ovvia. Certo, la tentazione verso l’onnipotenza è irresistibile se il tentato è abbastanza stupido. E di stupidi ne abbiamo in straripante abbondanza, spesso in posizioni di comando. Il guaio è che la loro stupidità è infettiva al massimo grado, e, per rendersene conto senza faticare, è sufficiente dare un’occhiata a chi indossa la mascherina, peraltro vietata dall’art. 85 del TULPS (https://www.brocardi.it/testo-unico-pubblica-sicurezza/titolo-iii/capo-i/art85.html).

Prescindendo da ciò, il demonio perderà la guerra perché, oltre a violentare la morale, ci piaccia o no, innata dentro ognuno di noi, pretende di modificare le leggi della Natura. "La Natura la domini solo obbedendole," diceva il filosofo Francesco Bacone. Ma quello era solo un filosofo e allora non c'era nemmeno la TV.

Il demonio perderà, ma, intanto, la guerra ci devasta.

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