A morte!

E se il vaiolo delle scimmie diventasse endemico in Europa?

Il pericolo è reale, e la tibbù ne è una testimonianza incontrovertibile. Guardate con occhio imparziale i tanti personaggi che si avvicendano sullo schermo penetrando non solo in casa nostra ma nei nostri cervelli, e non potrete che constatare che le scimmie sono tra noi. E le scimmie, necessariamente, infettano, così come fanno i cavalli con il tetano, facendo la cacca sui chiodi arrugginiti e sulle spine di rosa, i loro gabinetti di decenza preferiti.

Ora l’autorevole ECDC (European Centre for Disease Prevention) ci offre i suoi preziosi consigli: si mettano in quarantena i criceti, i cani e i gatti (e chi ha un coccodrillo o un rinoceronte in casa, che cosa deve fare?), in attesa, come ultima (ma sarà davvero l’ultima?) spiaggia, di “metterli a dormire”, come dicono delicatamente gli anglosassoni per intendere che li si accoppa.

Chissà che cosa ne pensa la signora ex-ministra Brambilla Michela Vittoria, fondatrice e presidentessa della LEga Italiana Difesa Animali e Ambiente (LEIDAA). E il dottor Berlusconi Silvio sbaciucchiante il tenero Dudù, che cosa dirà in proposito? Già non si espressero quando li s’informò che per fare i salvifici vaccini si sacrificano migliaia di animali (i feti umani non contano, incapaci come sono di abbaiare o di miagolare) e, dunque, se non altro per coerenza, quei farmaci non si dovrebbero reclamizzare. Ma ora, al cospetto di questa patologia esiziale che ci coglie proditoriamente di sorpresa, che facciamo?

Per ora, nelle more dell’attesa di un’altra pandemia, ad essere diventata davvero endemica è l’idiozia, ma per quella non esistono ancora vaccini. Non disperiamo, però: prima o poi arriveranno e saranno obbligatori. A patto, naturalmente, che non funzionino. Ma su questo non c'è da preoccuparsi: siamo forti di una tradizioni plurisecolare.