Ignorante non è un’offesa ma un’ovvietà. Non esiste nessuno al mondo che possa affermare a buon diritto di non esserlo. Senza rispolverare Socrate, di cui, peraltro, non resta una sola riga scritta, l’ignoranza va riconosciuta e accettata da ognuno in modo sereno, se non altro per non cadere nel ridicolo.
Una regola che mi pare piuttosto saggia consiglia non solo di non varcare mai i limiti della propria conoscenza, minuscola o estesa che sia, ma, comunque insignificante, ma di restarne sempre ad una distanza di sicurezza, perché, a mano a mano che ci si avvicina a quei confini, la possibilità di rimediare figuracce aumenta.
Senza entrare nella loro ragione di essere, stramberie recitate da incompetenti costituiscono razioni generose e quotidiane che i mezzi di cosiddetta informazione ci dispensano quotidianamente, e di questo non dovremmo perdere tempo a scandalizzarci. Una dotazione sufficiente d’intelligenza e anche solo di normale buon senso basta per difenderci.
Ciò che lascia perplessi è come si possa scivolare, addirittura smentendo le proprie stesse convinzioni.
Credo che tutti gl’italiani siano al corrente non solo dell’alluvione che ha sommerso parte dell’Emilia Romagna, ma delle contromisure adottate dal regime. Tra queste quelle di natura sanitaria, e, in particolare, la campagna che sponsorizza la vaccinazione antitetanica.
Ora, indipendentemente dai dati riportati da enti di statistica nazionali che dimostrano chiaramente l’inefficacia del vaccino, chiunque abbia nozioni di farmacologia non può ignorare che non si vaccina mai quando il patogeno ha colpito o, comunque, minaccia di colpire a breve o anche solo se ne abbia il sospetto. Inoltre, nel caso specifico, non può non essere noto che il Clostridium tetani, vale a dire il bacillo responsabile della malattia, peraltro rarissima e curabile, ha un comportamento del tutto incompatibile con la situazione corrente. Quindi, vaccinare contro il tetano gli abitanti delle zone alluvionate stride con la medicina.
Non ho alcuna intenzione di ripercorrere scontatezze che devono necessariamente far parte del bagaglio di chi si occupa di sanità, ma mi permetto d’invitare chi non ha competenza ad esimersi dal pontificare. Questo in special modo se a pontificare è qualcuno che ha riscosso, a ragione o a torto è irrilevante, credibilità.
Vuole il caso che - almeno così mi viene riportato - un blogger definito “complottista” e, dunque, nemico giurato delle narrazioni di regime, dichiari che il “nemico” bene ha fatto, almeno per una volta, ad iniettare indiscriminatamente il vaccino antitetanico.
Mi dispiace doverlo constatare, ma il personaggio ha semplicemente dimostrato non solo ignoranza, ma presunzione. Un conto è esprimere opinioni relative al viaggio sulla Luna o al crollo delle Torri Gemelle, argomenti nei quali non solo non entro, ma che non riscuotono il mio interesse, e un conto è sostenere pratiche mediche di cui si è totalmente ignoranti, con tutto quanto un uso di quelle pratiche comporta. I romani di una ventina di secoli fa invitavano i calzolai a non spingersi oltre l’argomento delle scarpe, e un detto di oggi ammonisce i fornai a parlare solo di pane.
L’illusione di onniscienza può diventare patologica, e non solo per chi ne è affetto.
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