Cari pochi lettori che, come me, avete avuto in sorte l’Italia come patria, tra poche settimane andrete a votare, e tra i candidati che hanno maggiori probabilità di sedere ancora nel parlamento più catastrofico della storia del nostro paese, c’è il personaggio di cui dirò.
Il discorso riportato in https://video.twimg.com/ext_tw_video/1551978728036728839/pu/vid/888x498/awpy-Wmb7ggj1pk_.mp4 è un vero e proprio capolavoro. Questo tale Enrico Letta, cui concedo il beneficio di essere semplicemente un grottesco ignorante senza aggiungere altre considerazioni che a chiunque sia dotato di una briciola d’intelligenza appaiono fin troppo ovvie, afferma che il sostantivo libertà è pronunciato spesso a sproposito. Ed ecco che questo individuo ce ne offre una prova lampante.
Il Letta-pensiero, ammesso che un pensiero esista e che gli appartenga, ci illustra come chi si presta a farsi iniettare quel prodotto ora segreto militare (che un giorno o l’altro un magistrato degno di quel titolo ci consentirà di analizzare) avrà in cambio la libertà di andare a scuola, di lavorare, di guadagnare, d’incontrare il prossimo, di viaggiare, di divertirsi, di fare sport, di godere di spettacoli e di cultura. E qui il gregge applaude il signor ministro della “cultura”, quello che ha fatto precipitare l’Italia nella censura culturale più impenetrabile.
A questo punto basterebbe un buon insegnante di sostegno per vedere di far entrare nel Letta-cervello il concetto che tutto quanto ha elencato non si compra e non si vende, essendo parte integrante della dignità umana. Un esperto di zootecnia, poi, potrebbe illustrare a questo “politico” la differenza tra Homo sapiens e animale da reddito: una differenza che pare non essere colta dall’oratore. Chi sa di giurisprudenza, poi, potrà illustrare a tutti noi che cosa comporta la vendita di qualcosa che non appartiene al venditore e che, addirittura, è proprietà inalienabile del potenziale acquirente.
Non contento di una sparata che definire imbarazzante è puro buonismo, questo tale aggiunge che chi non si fa la punturina è contro la libertà altrui. E già qui sarebbe interessante misurare il quoziente intellettivo e la capacità di produrre pensieri logici del personaggio. Ma, irrefrenabile, il signor Letta continua affermando che chi non si fa la punturina non può essere premiato. Premiato per che cosa, signor Enrico? In che cosa consistono la ragione e l’entità del premio? Si rende anche solo vagamente conto di che cosa ha detto?
Ma, se si voleva un finale trionfalmente degno dell’autore, eccolo: il PD, vale a dire il gruppo “politico” di cui questo personaggio è portabandiera, è il partito dei lavoratori e degl’imprenditori. Insomma, aver paralizzato la nazione, averne distrutto l’economia, aver annullato il futuro di milioni d’italiani, aver tolto di che mangiare a lavoratori e imprenditori con migliaia di imprese mandate a catafascio significa essere il partito dei lavoratori e degl’imprenditori. Tornando indietro di qualche decennio, seguendo la logica dello “statista”, ad Auschwitz si faceva l’interesse degl’internati.
Concludendo, chi voterà per il PD darà il suo assenso a che personaggi di questa levatura continuino ad imperversare, sostenendo, a ragione, di essere forti del consenso popolare. Che cosa racconteranno, tra qualche anno, questi elettori ai loro figli, proprio non saprei.
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