Qualche giorno fa sono stato messo al corrente da un personaggio che in altri tempi avrebbe suscitato pietà nei pii e ilarità nei malignetti che da 30 anni produco intrugli di cui dubitare, arricchendomi a dismisura grazie a piattaforme Internet cui si è in qualche modo costretti ad iscriversi sborsando quantità ingenti di denaro. Il conduttore televisivo che lo ospitava tiene probabilmente famiglia e non ha preteso ragioni di quelle affermazioni rivelatrici. Per quanto sta a me, non posso altro che ringraziare chi ha avuto la pazienza d’informarmi su particolari della mia vita che non conoscevo e che, tra l’altro, avrei detto anche solo storicamente impossibili.
Del resto, anni fa un tale che si autodefinisce “giornalista d’inchiesta” informò il mondo, e con il mondo me, che io sono un agente della NATO, con questo rendendomi conto che l’Alleanza Atlantica mi deve un sacco di quattrini per il mio prezioso lavoro, talmente segreto da esserlo perfino a me stesso. E a nulla vale la risposta dei militari che chiedono un TSO che mi riguardi: il “giornalista d’inchiesta” è stato categorico e io voglio i miei soldi di 007 in pensione.
È abbastanza frequente, e questo da tempo, che associazioni ed enti della più varia natura comunichino urbi et orbi che io sarò presente a questa o a quella manifestazione.
Sia chiaro: a meno che io non sia rapito o anestetizzato proditoriamente e trasportato sul luogo a mia insaputa, io non ho in programma partecipazioni non importa dove. Questo a meno che non lo comunichi personalmente io. Ma ormai ho imparato la lezione: per conoscere i fatti miei devo domandare ad altri, per totalmente a me sconosciuti che costoro siano.
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