Benché io, trovandomi ancora in Francia, tenti in ogni modo di non avere notizie della madrepatria, continuo a ricevere messaggi che m’illustrano gli avvenimenti. Non tutti, perché sarebbe impossibile e, inoltre, la cosa necessiterebbe di conoscenze nel campo della psichiatria che solo pochi possiedono. Non tutti, ma abbastanza per interrogarsi e per restare, quanto meno, perplessi.
L’ultimo messaggio m’informa della proposta di modificare l’art. 78 della Costituzione (“Le Camere deliberano lo stato di guerra e conferiscono al Governo i poteri necessari.”) Secondo chi mi scrive, la proposta sarebbe quella di affidare ad un solo ramo del parlamento quel potere. Conferendo un enorme premio di maggioranza al partito risultato più votato (dove sta scritto nella Costituzione?), di fatto quel partito potrebbe, de novo iure, portare in guerra una nazione che, secondo la costituzione che si è data, all’art. 11, con indiscutibile chiarezza, la guerra la ripudia. Vorrei ricordare che non spetta a chi ha prestato una garanzia il potere di modificarne i termini, e i termini non si toccano.
Da uomo della strada che sono, e tuttavia protagonista della Costituzione, vorrei ora interrogare i costituzionalisti (della cui esegesi non ci dovrebbe essere bisogno) sul diritto dei senatori e dei deputati di oggi di occupare le poltrone su cui siedono e alle quali pare portino tanto affetto.
L’art. 56 afferma che: “La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale e diretto.” Per parte sua, l’art. 58 dichiara analogamente: “I senatori sono eletti a suffragio universale e diretto.” A quanto mi fu insegnato a suo tempo, suffragio diretto significa che l’elettore propone personalmente, con il suo voto espresso nella scheda, il nome del candidato che vorrebbe fosse chiamato a rappresentarlo. Ciò che si sta facendo da diverse legislature, invece, è di applicare un suffragio indiretto, vale a dire che l’elettore nomina qualcuno, una sorta di grande elettore nella figura di un partito, che sceglierà per lui. Questo è palesemente in contrasto con ciò che si garantisce ai cittadini. Dunque, sempre che un “costituzionalista” non m’illumini altrimenti, senatori e deputati sono tutti abusivi. Naturalmente, se sbaglio, mi si corregga. Prego, però, di farlo senza offendere l’intelligenza di chi mi offre la spiegazione e, magari, pure la mia.
Continuando, vorrei che qualcuno m’illustrasse il diritto di un tale a sedere alla presidenza del Consiglio dei ministri senza essere nemmeno passato attraverso un pur vago esame popolare. Sono pronto a concedere che incarichi del genere possano essere ammissibili, a patto, però, che ci si trovi in circostanze davvero eccezionali, e che la durata della carica non ecceda il tempo strettamente necessario per mettere in condizione un parlamentare (scelto dal popolo) di affrontare il problema.
E, ora, la guerra.
Non è assolutamente mia intenzione discutere l’argomento della guerra tra Russia e Ucraina in nessuno dei suoi risvolti. Ricevendo notizie anche da fonti diverse da quelle propinate ai cittadini italiani, non posso non restare perplesso di fronte a non poche rappresentazioni, giù fino alla terribile minaccia di restare senza aria condizionata (https://www.ilgiornaleditalia.it/news/politica/358750/draghi-pace-o-condizionatori-il-governo-sceglie-impianto-nuovo.html). Ma, ovviamente, non sono al corrente di ciò che sta avvenendo per davvero. Posso solo dire che non mi pare esistere alcun motivo per schierarsi, al di là di dichiarazioni poco diverse da quelle del tifo calcistico, da una parte o dall’altra. Il resto non ci compete come nazione, e non vedo per quale motivo i contribuenti dovrebbero versare parte delle loro tasse, già altrimenti saccheggiate, per una contesa che non può riguardarci. Mi limiterò a ricordare che da sempre le guerre in atto sul Pianeta sono decine, e sfido chiunque, parlamentari inclusi, ad enumerarle. Di queste pare che nessuno s’interessi, e questo anche se molti milioni di persone, bambini compresi, ne soffrono conseguenze in molti casi terribili. Ma, come sempre, l’ipocrisia è particolarmente apprezzata.
Da ultimo, una domanda: “Ma, cari italiani, non ne avete ancora abbastanza di questi personaggi?”
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