Quando un’amica me lo disse, la guardai con l’aria di chi è disposto ad accettare uno scherzo. Lei, però, insisteva, e, allora, non mi restava che controllare. E controllai. Molto in breve, chi tiene in cortile delle galline ha l’obbligo di denunciarle alle autorità. Non lo facesse, la pena sarebbe severissima.
A quanto ho capito, e forse è ben poco, stante il fatto che i miei neuroni paiono ribellarsi ad ogni tentativo di razionale intendimento, le galline entrano nello stato di famiglia, con tanto di documentazione personale al seguito. Subito mi sono domandato come ci si debba comportare se a una di quelle conviventi censite e certificate si tirerà il collo come si è fatto per millenni. E i tortellini, che di carne di pollo e del suo brodo sono fatti? Verranno accompagnati per legge da un certificato di morte? E le oche? E le anatre? E i fagiani? Non saranno mica, per caso, discriminati, spero! Ma poi ci sono le vacche, i maiali, i conigli, i cavalli, i pappagalli, i canarini… E se venissero censiti i lombrichi, utili come sono alla fertilità del terreno?
La stessa amica mi dice che in alto loco si sta preparando un provvedimento secondo cui non sarà più consentito coltivare nel proprio orto ciò che si desidera, ma tutto dovrà passare attraverso il giudizio di un manipolo di “saggi” che, a loro insindacabile giudizio, disporranno le caratteristiche delle micro-coltivazioni. A questo punto, mi pare che istituire il ministero degli orti casalinghi con tanti sottosegretariati, chi alle carote, chi ai pomodori, chi ai prezzemoli, sia il provvedimento da prendere. Ma forse questa pur meravigliosa innovazione resterà ancora confinata ai sogni. Tra parentesi, la mia amica è allergica ai pomodori, e se fosse a quella solanacea che il suo orto fosse mai destinato, per lei sarebbe un problema. Ma guai agli egoisti!
Se non fossi certo, sfidando gli strali ironici del Voltaire di Candide, che viviamo nel migliore dei mondi possibili, direi che siamo governati da imbecilli. E sono altrettanto sicuro che quelle normative ci proteggeranno da chissà quante pandemie. Dunque, un grazie commosso.
Cambiando, ma solo apparentemente, argomento, io sono un appassionato di sport, e tra gli sport guardo volentieri qualche partita di tennis in TV.
Fino a poche settimane fa, sul teleschermo compariva insieme con il punteggio il nome dei due (o quattro) contendenti, corredato ognuno della rispettiva nazionalità. Cosa che avviene ancora, ma a patto che non si tratti di russi o di bielorussi. Nel qual caso, c’è il nome e basta. Insomma, si tratta di apolidi. Se non avessi la rocciosa certezza che tutto questo è opera di saggi, penserei che siamo al cospetto di un atto di ordinaria idiozia insaporita da altrettanto ordinaria ipocrisia. Ma non lo penso, perché so che sbaglierei.
Tra poco, a Londra, sui campi erbosi dell’All England Lawn Tennis Club di Wimbledon, si svolgerà quello che forse è il torneo tennistico più importante dell’anno. Bene: qui non avremo l’imbarazzo della nazionalità, perché i russi e i bielorussi non saranno ammessi, compreso Daniil Medvedev che, con i suoi 8160 punti in classifica ATP, è il più forte tennista del mondo. Ma la cosa è irrilevante. Comunque, per il bene comune, questo ed altro. Il fatto stesso che gli altri tennisti non rifiutino di iscriversi a quel torneo per quella che a me, sbagliando, pare non solo solidarietà nei confronti di colleghi, ma semplice dignità, conferma la giustizia delle esclusioni.
Io a Londra ci ho studiato, e, modestissimo tennista, ci ho pure giocato a tennis, un anno perdendo la finale del collegio. In quei tempi oggi lontanissimi, mi si diceva che le regole dello sport erano state fondate dagl’inglesi, magari dimenticando come millenni prima i greci sospendessero le loro guerre, guerre che erano quasi abituali, per lasciare che gli atleti si cimentassero nelle loro gare, gare che avevano una connotazione sacrale.
Oggi?
Se non fossi certo che noi abbiamo il privilegio di vivere nel migliore dei mondi possibili, direi che, pseudo-dantescamente, viviamo nel girone infernale degl’idioti.
Da ultimo, sempre a proposito di quella che, apparentemente, potrebbe sembrare idiozia allo stato puro, invito i miei pochissimi lettori a guardare, finché si potrà, https://www.facebook.com/riccardopalleschi2/videos/1304592086689384/?extid=NS-UNK-UNK-UNK-IOS_GK0T-GK1C. Ancora una volta, ci conforti la certezza di vivere nel migliore dei mondi possibili, con Leibniz e contro Voltaire.
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