Dopo due anni un po’ abbondanti, mi sono preso una settimana di vacanza.
La scelta è caduta su una località termale dove sono ospite di un albergo di amici.
Stamattina ho fatto una passeggiata per il paese, un paese che conosco bene ma in cui non mettevo piede da oltre due anni, e ho constatato come non pochi alberghi siano chiusi, addirittura in evidente stato di semiabbandono. E così negozi e locali pubblici. “Vendesi”, “affittasi”, “chiuso” sono i cartelli appiccicati a tante porte. Insomma, una desolazione.
Credo sia inutile ripeterci il perché di questa situazione: un perché solo apparentemente alla portata di chiunque. Apparentemente perché abbiamo visto, come democrazia pretende, che il nostro popolo adora la dittatura, la miseria, la mortificazione. Dunque, o nessuno si accorto di niente, o ci piace così.
Qualche giorno fa abbiamo avuto la possibilità di dare una sterzata, e non l’abbiamo fatto: i risultati elettorali sono inequivocabili, e chi parla di brogli non si rende conto del fatto che, se anche ci fossero stati, non avrebbero comportato nessun cambiamento sostanziale. In fondo, è stato un plebiscito. Gli astensionisti? Hanno semplicemente legittimato la dittatura. Ingenui? Ignoranti? Furbetti? Non so rispondere e, soprattutto, non voglio farlo. Posso solo dire che non ci sono motivi per essere loro grati e che la loro posizione è indifendibile (https://www.youtube.com/watch?v=TC0-LMPa_oo). Forse un giorno i nostri figli pretenderanno spiegazioni.
Scorrendo i numeri, ammetto di non riuscire a capacitarmi di come ci sia ancora qualcuno che vota per i grillini, protagonisti del più grottesco voltafaccia della storia recente del nostro paese. Ma se non capisco questo, ancor meno capisco come anche un solo elettore abbia potuto scegliere il PD dopo le esibizioni lampo di Letta e quelle reiterate di Speranza. Un popolo con un livello accettabile di cultura, d’intelligenza e di dignità avrebbe decretato per loro uno zero assoluto. Invece… Invece ci ritroviamo quel partito, figlio contronatura di Peppone e Don Camillo, al secondo posto della classifica. Da un certo punto di vista, si tratta di un trionfo.
Ora prendiamo atto della situazione: ci troviamo in balia della signora Meloni, personaggio con amicizie e simpatie che ognuno dovrebbe valutare liberamente.
Che cosa farà questa presidentessa del consiglio? E chi lo sa?
Vedremo presto, se lo farà, quali e quanti articoli della Costituzione prenderà a pedate o, semplicemente, ignorerà. E di regole, al di fuori della Costituzione, ce ne sono tante da calpestare, molte delle quali già talmente massacrate da essere passate “a miglior vita.” Comunque, vedremo. Vedremo se, stanti certe note propensioni politiche, la signora Meloni continuerà a svuotare le nostre tasche per comprare le bombe dell’“amico” Zelensky. Vedremo se riuscirà a inventare un ministro della salute (!) che sappia fare peggio del crescendo Lorenzin-Grillo-Speranza. Chi pensa che il fondo sia stato toccato, sappia che scavare è del tutto possibile, e rivada alle promesse elettorali per confrontarle con i fatti. Insomma, vedremo di confrontare il prima elezioni e il dopo.
Se ci ritroveremo con tutte le forme di angheria, di schiavitù, di censura, e di disperazione che hanno caratterizzato la cosiddetta “pandemia”, dovremo ringraziare i “patrioti” che hanno messo la croce su certi simboli, facendo in modo che quella croce la dovessimo portare tutti sulle spalle.
Quanto durerà la signora Meloni premier? Non saprei. Come ricicleremo Draghi? Nemmeno a questo so rispondere. Magari, tutto dipende da chi ci comanda davvero.
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