Sia chiaro ai censori che, in spregio all’articolo 21 della Costituzione, censurano: io non sto assolutamente tirando in ballo argomenti quali la corruzione, argomento sul quale, se vorrà, si esprimerà la magistratura. Io parlo esclusivamente di competenza tecnica, e affermo, in attesa di smentita documentata, che i almeno gli ultimi tre ministri della salute che si sono succeduti sono degli assoluti incompetenti nella materia di cui erano incaricati di occuparsi. Scorrendo l’elenco dei loro predecessori, d’incompetenti se ne potrebbe trovare più di uno, ma mi limito agli ultimi tre.
Di errori, alcuni dei quali gravissimi, nei quali i tre sono caduti ce n’è un elenco nutrito, ma sarà sufficiente menzionarne anche solo pochi. Imporre vaccinazioni alla cieca, per di più con vaccinatori non autorizzati, e in ambienti palesemente inidonei; far vaccinare chi era già guarito dalla malattia; vaccinare donne in gravidanza sono giusto tre degli esempi di un’incompetenza che rendeva i tre personaggi inadatti a ricoprire il ruolo. Qualunque docente universitario degno di quel titolo avrebbe bocciato senza rimedio quei tre ipotetici studenti, magari consigliando loro di cambiare rotta, e di occuparsi di qualcosa che arrechi meno danni.
Da qualche settimana ricevo messaggi di persone entusiaste della decisione di un giudice di far sottoporre ad analisi quei prodotti che, per motivi estranei alla farmacologia, a sorpresa, almeno per chi ha studiato, vengono classificati come vaccini.
Per quanto mi riguarda, non solo io non condivido quell’entusiasmo, ma sono certo che, quanto meno, si corra il rischio di tirarsi la classica zappata sui piedi.
Vedrò d’illustrarne brevemente e in modo comprensibile a tutti le ragioni.
Quei liquidi potrebbero essere diversi l’uno dall’altro. E non mi riferisco a marche diverse, ma anche alla stessa marca con lotti di produzione differenti.
Tenuto conto di questo, e ignorando comunque la loro composizione diventata addirittura segreto militare (dunque, ci stanno informando che si tratta di armi biologiche), i campioni dovrebbero essere affidati per l’analisi a laboratori dotati di diverse competenze. Ad esempio, dato che esiste il sospetto che la sterilità non sia garantita, occorrerebbe un laboratorio che del problema si occupasse. Poi, occorrerà competenza in tema di RNA e DNA. Poi di chimica organica. Poi di chimica inorganica. Poi di nanopatologia.
Un altro problema è quello della reperibilità dei campioni.
Io non ho idea di come questi siano ottenuti, ma, a mio parere, è quanto meno ingenuo chiedere che siano forniti da un ente pubblico o, peggio ancora, dai produttori. Questo equivarrebbe a chiedere che chi è sospettato di un crimine ne fornisca le prove. Mi pare ovvio pensare che il campione arrivato in quel modo consisterebbe in un po’ di acqua distillata o poco più.
Ciò che si dovrebbe fare è incaricare una squadretta di laboratori di diverse competenze di recarsi in vari centri vaccinali a loro scelta, da dove preleveranno i campioni che ritengono necessari. Un’ispezione a sorpresa presso i produttori, poi, non sarebbe tempo sprecato.
Ad analisi compiute, deve essere chiaro che questo sarebbe appena il primo passo verso ciò che è onesto sapere. Sì, perché non è sufficiente disporre della/e composizione/i: occorre avere contezza degli effetti che quei prodotti inducono nel tempo sui vari soggetti e dopo diverse somministrazioni.
Insomma, si tratta di un lavoro enorme che non solo nessuno ha mai fatto, ma che è coperto da un atto di arroganza da un lato, e di fede da un altro.
Agendo in modo diverso, cioè sottoponendo ad analisi sicuramente parziale uno o più campioni raccolti in altro modo, è impossibile non sospettare che ne uscirebbe un risultato di totale assoluzione. Con questo, si porrebbe una pietra tombale su qualcosa che potrebbe (modo condizionale) costituire il più efferato crimine della storia.
50% Complete
Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit, sed do eiusmod tempor incididunt ut labore et dolore magna aliqua.