I francesi hanno la parola chamade per indicare il segnale di resa comunicato con i tamburi e con le trombe. Con quella che laggiù hanno ribattezzato “Legge Pfizer”, il loro statista Macron sta provvedendo saggiamente a comminare qualche anno di carcere addizionato a multa salata a chi, follemente, si avventura a criticare le “innovazioni” mediche del loro illuminato regime. Trombe e tamburi da una parte, Te Deum dall’altra.
Noi non abbiamo una parola specifica, ma, comunque, la sostanza c’è: ci siamo arresi.
Da anni, senza accorgercene, siamo scivolati in un baratro dal quale ogni giorno è più difficile risalire, e oggi – pare – siamo vicini all’impossibilità. Il motivo è che la maggior parte dei precipitati è addirittura complice entusiasta dello sterminio: uno sterminio a fin di bene.
Io, nato appena quattro anni dopo la fine della guerra che devastò mezzo mondo, fui un ragazzino entusiasta quando nacque l’Europa Unita. Nessuno sparerà più a un erede al trono, nessuno dovrà più costruire la Linea Maginot, nessuno invaderà i Sudeti e poi la Polonia, nessuno allestirà un campo di concentramento... Un mondo idilliaco di pace come sarebbe piaciuto alle signorine concorrenti per il prestigioso titolo di Miss Italia.
A distanza di qualche decennio, l’Europa ha mostrato la faccia e ci ha educati. Un’istituzione giustamente costosissima, con regole giustamente demenziali, al servizio di un manipolo di padroni che si adoperano “per il nostro bene.”
Mai nella storia l’Europa è stata attanagliata da una dittatura apparentemente più crudele e capillare, una dittatura saggia che non esita ad attaccare persino la salute, vista come deve essere: una condizione deleteria. Nessuno si meravigli, dunque, se si dà da fare sul cibo e sui risparmi personali. Il letame schizzato sui poveri poliziotti non dissuaderà di certo i bravi kapò continentali. Tutto per il nostro bene, naturalmente.
L’Italia Felice, dal canto suo, dopo essersi consegnata con fiducia alla grande statista uscita dalla scuola della Garbatella, è in attesa della prossima pandemia. Di che cosa si tratti, non si sa. Ciò di cui non si può dubitare è che è in agguato una malattia ancora più esiziale del Covid, quella che ha fatto dire al grande premier Draghi (zero voti) che, se non ti vaccini, muori (applausi della Magistratura). Ora, se la malattia misteriosa in arrivo è ancora più letale, che cosa dovremo fare? Invece dei banchi a rotelle compreremo banchi con un motore nucleare? Ci inietteremo plutonio? Dovremo restare chiusi al buio in cantina? Dovremo indossare un casco da palombaro h24? Noi siamo pronti: è tutto per il nostro bene.
Intanto, per proteggerci, la Polizia manganella gli studenti che, certo a torto, sfilano sulla pubblica via sostenendo opinioni sbagliate (Costituzione della Repubblica italiana, art. 21 da abolire anche di diritto come già è stato di fatto.)
E la signora Meloni che fa? Mica se ne sta con le mani in mano! La signora Meloni c’informa che l’Ucraina è un pezzo di casa nostra. Siamo in attesa di sapere dov’è il bagno, e come siamo messi con il Lesotho e il Nepal. Intanto, dopo aver finalmente sottratto altri 400 milioni ai sussidi per i disabili (ma, siamo onesti!, che cosa pretendono questi parassiti?), abbiamo comprato 132 carri armati Leopard al prezzo di favore di appena 8 miliardi e 246 milioni di euro.
Se riusciremo a far entrare l’Ucraina nella NATO, potremo divertirci a fare il tiro a segno e a spiegare a chi non è mai contento che l’art. 11 della Costituzione è perfettamente rispettato.
Nel loro piccolo, anche le università fanno quello che possono. La più che autorevole Università Bocconi di Milano ha giustamente sospeso per sei mesi tre studenti irrispettosi che non gradiscono i gabinetti unisex. Ma come si fa a non gradire i gabinetti unisex?
Così, ci siamo finalmente arresi. Abbiamo capito che siamo ammassi di cellule bisognosi di guida e abbiamo consegnato non solo la nostra salute e i nostri risparmi, ma anche la salute e il futuro dei nostri figli a chi si prodiga per noi. In questo modo non avremo più nemmeno il fastidio di pensare.
Si può essere più felici di così?
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