Lettera aperta a Giorgia Meloni

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Cara signora Meloni, democraticamente voluta a capo del consesso dei ministri italiani,

Io mi rendo perfettamente conto che Lei non abbia tempo da dedicare ad informarsi su ciò che viene imposto a una sessantina di milioni di persone il cui comportamento, e non solo quello, dipende in parte non trascurabile da quelle decisioni.

Occupandomi in prima persona di ricerca scientifica da un po’ oltre mezzo secolo, mi accade sempre più spesso di restare sconcertato di fronte a certe imposizioni. Il mio sconcerto è quello dell’addetto ai lavori che si trova al cospetto di vere e proprie bizzarrie che un tempo sarebbero valse come bocciatura senza appello in qualunque università, ed è pure quello del cittadino che non dovrebbe essere confuso con il suddito. Per legge e per dignità io, come tutti gl’italiani, sono il protagonista della Costituzione (veda, per esempio, l’articolo 1) e mi trovo al cospetto di quella forma di garanzia inalienabile modificata tanto da renderla irriconoscibile.

Basterebbe disporre di conoscenze scientifiche di medio livello e della comprensione di ciò che significa la parola legittimità per non avere dubbi relativamente alle enormità che sono state perpetrate in nome della “pandemia” in questi ultimi anni. Ma, come si suol dire, ormai quel che è fatto è fatto, ed è inutile piangere sul disastro di cui siamo stati vittime. Ciò che non è inutile, invece, è rendersi conto di quanto “diabolico” sia perseverare in un errore fin troppo evidente, arrivando grottescamente a negarlo come tale.

Da cittadino, Le invito a guardare con attenzione https://vimeo.com/797934237. Non pretendo certo un Suo giudizio scientifico ma, da cittadino, La prego di mostrarlo a chi presta consulenze sull’argomento. E, da cittadino, prima che sia davvero troppo tardi, La invito a ritirare senza indugio il cosiddetto Piano Vaccinale 2023-2025 che, prescindendo da risvolti sanitari su cui molto ci sarebbe da obiettare, rappresenta un insulto alla libertà e alla dignità di ognuno di noi, oltre alla rinuncia alla sovranità del nostro paese.

Con ossequi,

dott. Stefano Montanari