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Ma che bello scherzo!

il blog di stefano Nov 22, 2022

In TV io guardo solo lo sport e, raramente, le previsioni del tempo. Detto tra parentesi, io non ho nessuna TV a pagamento, se si eccettua quello più o meno obbligatorio relativo alla RAI.

Facendo appello all’articolo 21 della Costituzione (“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”) io affermo che di quell’emittente non ho la minima stima, sentimento non ancora obbligatorio, ma questo è affare che riguarda solo me.

Stamattina ricevo da mio cugino la segnalazione di https://www.youtube.com/watch?v=Q3NGESr5Z7M

Chi ne ha voglia, la ascolti prima che la censura intervenga, visto che lo stato censura abitualmente sé stesso, quando lo scivolone rischia di diventare imbarazzante anche per qualcuno fra i portatori di mascherina.

Al di là delle troppe ripetizioni, ciò che è centrale è la dichiarazione televisiva di pochi secondi del direttore dell’Ospedale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma: a nessuno è mai passato per la testa di affermare che il “vaccino” previene il contagio.

Il che risponde solo in parte a verità. La parte vera è che non previene il contagio, cosa nota a chiunque abbia un minimo di preparazione sanitaria. La parte che vera non è è quella che nessuno avrebbe affermato il contrario. A quanto consta a chiunque, compresi i non pochi che sono stati convinti, le affermazioni in quel senso sono state ripetute ad infinitum nelle TV, nelle radio, nei giornali, nei siti Internet... E, allora, in che pianeta vive il tale Francesco Vaia, direttore, appunto, del nosocomio specializzato in malattie infettive? Come mai si manifesta solo adesso? Come risponde il governo eletto entusiasticamente?

Se noi vivessimo in un mondo normale (nel defunto latino, frase ipotetica dell’irrealtà che pretende il congiuntivo imperfetto), tutti s’interrogherebbero sul perché ci è stato raccontato a raffica che la “vaccinazione” si fa perché il prossimo non si ammali (“Non lo faccio per me: lo faccio per gli altri.”) E che dire degli arresti domiciliari comminati ad una nazione intera? E delle chiusure di aziende di ogni dimensione con rovine famigliari al seguito? E degli effetti collaterali di prodotti su cui non mi esprimo, forzatamente somministrati?

La frase del direttore ospedaliero altro non è se non la ripetizione di quanto già ascoltato al parlamento europeo da parte del produttore del farmaco: un ascolto perfettamente inutile perché non abbiamo appreso niente che già non sapessimo.

Allora, che vogliamo fare? C’è qualche magistrato che sente il dovere morale d’intervenire? Sia chiaro a beneficio della torma d’imbecilli forcaioli che ignorano la differenza tra indagine, processo e condanna: io chiedo solo che chi di dovere intervenga secondo le regole e applichi quelle giuste.

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