Sì: fa davvero caldo, un caldo insolito per il mese di giugno.
Un po’ si soffre, ma i termofili se lo godano finché c’è, perché poi potrebbero rimpiangerlo.
A differenza dei “virologi” televisivi, io non ho facoltà divinatorie, e posso solo limitarmi a buttare giù qualche previsione per la collezione autunno-inverno della sfilata di novità che, presumo, ci attende.
Prendete tutto come l’esercizio di un visionario, di un frequentatore di bar, e siate indulgenti. L’ho detto: io non ho la sfera di cristallo, e sono pure ben poco intelligente.
Ritorneranno le gaiezze del 1973, quelle passate alla storia recente con l’esotico nome di austerity, quando i signori arabi ci centellinavano il petrolio. Su quella gioiosa falsariga, elettricità e gas saranno oggetto di razionamento, con tutte le autorità del caso schierate a controllare.
Le strade saranno illuminate in modo molto più discreto di oggi, con ciò favorendo l’approccio romantico alla sera.
Fino ad autunno inoltrato le case godranno della temperatura esterna, con ciò favorendo la freschezza degli abitanti. Magari certi edifici pubblici continueranno, come tradizione, ad essere l’equivalente di pentole a pressione, e, allora, basterà farsi ricoverare in ospedale per ritrovarsi climaticamente ai tropici.
Di notte, niente elettricità per le abitazioni, e, allora, la faremo finita con quei fastidiosi frigoriferi pieni di roba fredda, e con i chiassosi televisori (ci mancheranno i “virologi” e i bollettini dei morti, ma non si può avere tutto dalla vita!). E basta pure con i computer. Gli ascensori? No: si tornerà finalmente all’uso dimenticato degli arti inferiori, ad enorme beneficio per la salute. Di notte, noi ce ne staremo tutti rannicchiati sotto le coperte imbottite, e l’intimità perduta tornerà a trionfare.
I distributori di carburanti come metano e GPL saranno chiusi o, chissà, il loro accesso sarà saggiamente limitato. Ecco che il cavallo di San Francesco tornerà felicemente in auge.
A recarsi al lavoro saranno in pochissimi, perché il cosiddetto smart working sarà d’obbligo, con questo favorendo l’intimità domestica, mentre le attività industriali non essenziali marceranno a ritmo ridotto. Quale sarà il criterio di giudizio per stabilire l’essenzialità dipenderà da interessi pure essenziali che costituiranno una divertente sorpresa.
Negozi, alberghi, ristoranti, cinema, teatri, palestre e piscine apriranno solo per alcuni attimi, e questo porterà alle stelle la felicità di accedervi.
Tutta questa meravigliosa situazione ci regalerà anche l’opportunità di dimostrare quanto siamo generosi, visto che parte del nostro petrolio e del nostro gas lo daremo ai polacchi, ai bulgari, ai finlandesi, agli olandesi e ai danesi i quali, non avendo pagato le forniture in valuta russa, si sono visti tagliare gli approvvigionamenti. E mica possiamo lasciarli al freddo e al buio! Giusto per mia personale informazione, mi piacerebbe sapere se è vero che noi compriamo dagli olandesi il gas che loro acquistano grazie ad un contratto decennale, e lo paghiamo 12 volte più di quanto l’abbiano pagato loro. Forse è solo una fake news messa in giro dai no-vax.
Anche l’acqua sarà razionata, visto che dobbiamo continuare a schizzare allegramente in giro quella che scorre negli acquedotti.
E poi, in attesa delle prossime forniture in arrivo, ci sono da smaltire i “vaccini” immagazzinati prima che scadano ancora, perché non si può pretendere che le autorità si rimettano ancora a prorogare la data, una data che qualche ignorante pensa abbia origini biologiche. Ancora una volta i biechi no-vax, naturalmente.
E le mascherine? E i guanti? E i liquidi miracolosi con cui purificare quelle sozze manacce? Non preoccupatevi: avremo di nuovo tutto!
Si avvererà tutto? Si avvererà qualcosa? Niente? Vedremo. Per ora sono solo fantasie.
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