Nunc est bibendum, nunc pede libero pulsanda tellus.
Il verso latino (di fatto, un verso e mezzo) è di Orazio che lo scrisse per celebrare, gioendone, la morte di Cleopatra. Come spesso accade, l’idea non era del tutto originale, perché, più o meno sei secoli prima, il poeta greco Alceo aveva scritto νῦν χρῆ μεθύσθην per festeggiare la morte del tiranno Mirsilo.
Per i frettolosi, traduco un po’ liberamente Orazio in “Adesso è ora di brindare, adesso è ora di ballare con i piedi finalmente liberi”, e Alceo in “Adesso è ora di ubriacarsi.”
Quando un tiranno o, comunque, un essere pericoloso si toglie di mezzo, la tentazione è quella di celebrare festosamente la liberazione. Poi, però, la storia insegna che le cose possono andare peggio.
Ora abbiamo assistito alla vicenda che ha coinvolto Mario Draghi, insolito presidente del consiglio dei ministri forte di zero voti popolari, caratterizzato da appetiti dittatoriali. Non ce l’ha fatta, ma per quanto?
Non sono pochi i cosiddetti “politici” che hanno strepitato, stracciandosi le vesti, per quello che qualcuno ha chiamato “draghicidio”, e questo non pare di buon auspicio per l’italico futuro.
Senza entrare in disamine politiche, disamine che, forse, meriterebbero tutt’altro aggettivo, tra poco saremo chiamati a votare per un nuovo parlamento. Nuovo? Ma mi faccia il piacere!
La caduta (pur senza bua) del per poco mancato dittatore è stata orchestrata molto bene. Il tempo scelto è stato la fine di luglio, vale a dire l’inizio delle vacanze italiote. Così, si andrà avanti con il governicchio balneare fino alle elezioni. E qui sta il capolavoro. Chi a quelle inevitabili prossime elezioni potrà partecipare saranno, né più ne meno, esattamente i partiti responsabili della catastrofe economica, sanitaria, morale, legale, culturale e intellettuale in cui quelli hanno fatto precipitare lo Stivale. Insomma, proprio quelli che prudenza e ragione dovrebbero far scomparire dalla cronaca. Sì, perché se, per grazia celeste, le bricioline di partitini antiregime si riunissero, dovrebbero raccogliere decine di migliaia di firme di potenziali elettori per potersi presentare. Raccolta in agosto? Non scherziamo!
Poi, in caso di miracolosa riuscita, si dovrebbero illustrare i programmi ai sonnacchiosi connazionali. E, per questo, occorrerebbe disporre dei mezzi di comunicazione e d’informazione di regime. Impossibile? Fate voi. Io ne ho una triste esperienza risalente al 2008.
Fatta salva la possibilità dell’intervento divino, ciò che mi pare più probabile è che gl’italiani votino per i vecchi partiti sostenuti dalla tibbù, magari scegliendo il “meno peggio”, un meno peggio che non esiste, trattandosi di membri della stessa società, tutti impegnati al mantenimento di uno statu quo che li ha premiati oltre ogni aspettativa. Insomma, non cambierà niente, se non con l’aggiunta dell’aggravante secondo cui la peggior dittatura della storia umana esce da una “volontà popolare.”
Prescindendo dai partiti tradizionalmente catastrofici come, per esempio, il PD che ci sta vendendo a carissimo prezzo ciò che è per legge naturale, oltre che per Costituzione, già nostro, vale a dire la libertà, quelli a mio parere più pericolosi sono i falsi oppositori. Mi riferisco ai signori Salvini e Meloni, critici di facciata sempre pronti ad inchinarsi ai voleri della dittatura quando si entra in argomenti cruciali.
Che fare? Io non voterò, a meno che il miracolo dell’unificazione non abbia a verificarsi.
Quanto a Draghi, accompagnato dai lai dei suoi compagnucci, non preoccupiamoci troppo: un posticino multimilionario lo troverà. Magari di nuovo a casa nostra.
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