Me ne rendo conto: non solo non sono all’altezza di capire il mondo, ma non conosco nemmeno i fatti di cui sono o sono stato protagonista.
Stamattina ho fatto un’ora di diretta con Zainz, e l’annuncio era stato dato sul suo canale Telegram.
Non potevano mancare i commenti, e uno particolarmente interessante è quello di un tale Paolo. Lo riporto verbatim:
“Attenzione ai finti profeti, studiate, questo è uno di quelli alla paragone,alla giordano ecc,era con i 5 stelle prima,poi alle ultime elezioni finte, auspicava azioni legali contro chi si asteneva al voto,cerca solo visibilità, ego, sempre solo ego e magari qualche poltrona in parlamento, svegliaaaaaa”
Prescindendo dal mistero del falso profeta che qualcuno certo m’illustrerà, a mia memoria non ho mai visto Giordano (inteso come giornalista), né mai ho avuto relazioni di alcun tipo con lui. Aggiungo che non ho mai visto programmi suoi. Paragone, invece, l’ho incontrato due volte, ma “in tempi e luoghi non sospetti”, senza alcun fine politico, e tutto è finito lì.
Interessante è il mio “rapporto” con il “partito” di Grillo. Se la cronologia ha un senso, il “partito” fu fondato quando, e da un tempo abbastanza lungo, io non avevo più nulla a che fare con il comico, e, di fatto, non avevo idea che stesse preparando un programma politico (https://www.stefanomontanari.net/wp-content/uploads/2013/12/images_pdf_ilgrillomannaro.pdf). Quando lo seppi e vidi di che cosa si trattava, espressi immediatamente le mie obiezioni, ma, secondo Paolo che su di me è molto meglio informato di quanto non lo sia io stesso, io ero “con i 5 stelle”.
Ma Paolo non si ferma qui. Forse sotto ipnosi, io “auspicavo azioni legali contro chi si asteneva al voto.” Al di là dell’uso della lingua italiana di cui temo di non aver seguito l’evoluzione, ciò che avevo fatto, e mi pareva che la cosa fosse chiarissima, era di chiedere informazioni sulla legge elettorale a chi era del mestiere. In particolare, non riuscivo a capire se l’istigazione all’astensione sia un reato o non lo sia. Mi pareva una richiesta d’informazione più che legittima, ma, evidentemente, non avevo tenuto conto di Paolo.
Quanto alla visibilità, posso assicurare che essere “visibili” è una situazione odiosa, e attacchi come quello di Paolo ne sono una spiegazione.
Sull’ego posso solo dire che il sig. Paolo non mi conosce, e, sulla poltrona in parlamento, ripeto a chi possa interessare che io accettai la candidatura, ben cosciente del fatto che non si sarebbe mai nemmeno avvicinato il limite di sbarramento, per evitare che qualcuno dicesse che quando c’era da impegnarsi io mi tiravo indietro. È evidente che, qualunque cosa io faccia, sbaglio. Magari, Paolo mi metterà sulla strada giusta.
In conclusione, io non ho problemi ad accettare critiche. Anzi, sono grato a chi le avanza. Questo a patto che siano sviluppate su fatti e non su chiacchiere da bar o su eventi od opinioni con cui io non ho nulla a che vedere. A Paolo e ai tanti suoi simili vorrei dire che, se hanno qualcosa da rimproverarmi, magari dopo essersi informati, non lo facciano nascosti dietro uno pseudonimo, ma firmino con nome, cognome e indirizzo. Questo è ciò che si fa tra uomini. Ma forse sul nuovo concetto di uomo non sono stato edotto.
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