Io ho avuto l’opportunità non solo di conoscere di persona Luc Montagnier, ma di fare addirittura una conferenza con lui. Fu diversi anni fa, a Bruxelles, quando, dal parlamento europeo in cui la deputata francese Michèle Rivasi ci aveva prenotato una sala, fummo costretti a traslocare in un cinema. Il motivo del trasloco fu la richiesta che la nostra gloriosa Beatrice Lorenzin, allora ministra della salute, indirizzò al nostro altrettanto glorioso Antonio Tajani, al tempo presidente del parlamento europeo, il quale, a mutande dovutamente calate, s’inchinò al diktat della signora. Per la cronaca, quattro guardie del corpo armate furono mobilitate per proteggerci, stanti le minacce che ci si premurò di farci arrivare.
Come accade qualche volta alle persone oneste, Luc Montagnier non sta simpatico a chi trova che l’onestà susciti intralci, e uno dei torti certamente aggravanti del professore francese è quello di dire le cose come effettivamente stanno senza concessioni ad interessi che con la scienza e con la medicina (due aspetti diversi della conoscenza) nulla hanno a che spartire. Da qui lo starnazzare più o meno frequente e più o meno rumoroso di bipedi implumi che la Natura non ha voluto gravare dell’onere dell’intelligenza.
Per quanto mi riguarda, dopo un lungo attimo di smarrimento, ho deciso di prendere per quello che sono le esibizioni dei personaggi che, chi protagonista e chi semplice figurante, popolano il palcoscenico da avanspettacolo che viene spacciato, peraltro con successo, per scienza. È così che figurine come, tra le altre, quella di Roberto Burioni, un tempo rampante e ora in decadenza, o come Pier Luigi Lopalco, quello dei neonati cavie “volontarie”, mi fanno sorridere e basta.
Ora, da qualche mese, alla ribalta dell’Hellzapoppin’ cui è stata trasformata la medicina è salito un tale Bassetti, fino a poco prima non pervenuto, che si affretta a dare di sé un’immagine su cui è inutile perdere tempo in esegesi e in commenti: è un sex-symbol e gli piace piacere. Credo che già qui il personaggio dovrebbe avere concluso la sua parte nello spettacolo, almeno per chi apprezza dignità e intelligenza. E invece, no: questo tale Bassetti, non solo non accompagnato alla porta da chi ambisce a fare della medicina una disciplina seria e credibile e da chi, altrettanto ambizioso, vorrebbe che l’informazione che arriva al popolo avesse un solido fondamento di verità, ma invitato ad esibirsi ubiquamente, non perde occasione per palesare il suo livello d’intelligenza, di cultura e di moralità. L’ultimo numero è quello riportato da Imola Oggi (https://www.imolaoggi.it/2021/08/24/bassetti-insulta-montagnier-rincogl-con-demenza-senile/), un numero che non descriverò, invitando chi mi legge a riferirsi al giornale, magari aggiungendo https://www.imolaoggi.it/2021/08/24/meluzzi-insulti-di-bassetti-a-montagnier/
Qualche giorno fa Luc Montagnier ha compiuto 89 anni, e per il sex symbol Bassetti tanto basta per coprire di volgarità colui che qualche anno fa fu insignito del Premio Nobel. Per mera pietà non entro nel merito del contesto mondano in cui il fatto ebbe luogo.
Qui, con tutto il rispetto dovuto a Montagnier, arriva il suo errore: il professore vuole trascinare in tribunale il tale Bassetti perché un giudice giudichi. Ma, di fatto, su che cosa potrebbe esprimersi il magistrato? Quali elementi si potrebbero presentare? L’ignoranza crassa dei fondamenti stessi della medicina? Un’educazione opinabile? O, chissà, la forma del cranio dell’imputato?
Da diversi anni una torma di perfetti imbecilli mi lancia attacchi che definire ridicoli sarebbe far loro un complimento. La mia reazione è quella di farmi una risata e poi ignorarli. Mi comportassi altrimenti, attribuirei ai perfetti imbecilli un barlume d’importanza, E, allora, mi permetto di consigliare al professor Montagnier di lasciar perdere: il tale Bassetti, sex symbol cui piace piacere, si è condannato da sé.
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