Necessariamente premesse le ovvietà secondo cui il diritto di opinione è sacrosanto (vabbè...) e che l’idiozia non costituisce reato, riporto qualche fatto controllabile da chiunque.
Qualche giorno fa un calciatore della AS Roma, tale Evan N’Dicka di anni 24, si accascia sul prato assalito (a suo dire) da forti dolori al torace. La partita viene interrotta e l’Italia è in apprensione. Un giovane atleta che fa del calcio la sua professione e lavora per un club della massima divisione italiana ha un valore venale non trascurabile e, per questo, è controllato costantemente dal punto di vista sanitario. Dunque, il fatto che accusi un malore di quella posta dovrebbe essere un fatto quanto meno insolito. Invece... Invece è solo uno dei tanti che in questi tempi si succedono e che, non sempre con agio, fanno capolino nel mare magnum della cosiddetta informazione.
A me pare scontato che chiunque possa essere mosso dalla curiosità di sapere come mai avvenimenti simili si ripetano con tanta insolita frequenza e, a maggior ragione, qualunque medico degno di quell’etichetta dovrebbe addirittura pretendere di sapere. Ippocrate, chissà, probabilmente l’avrebbe fatto.
Non così un tale Roberto Burioni, laureato in medicina, docente in un’università privata e star oracolare di una rete televisiva emergente.
Vuole il caso che un senatore della Repubblica, tale Lucio Malan (tra l’altro – apprendo - abilitato al “salvamento a nuoto e primi soccorsi”), si ponga la domanda che dovrebbe essere di tutti, e vuole il caso che il tale Burioni lo qualifichi come uno sconsiderato “irresponsabile” (sic.) Insomma, come avrebbe detto il poeta Orazio, “scire nefas”, che, tradotto, significa “è empio sapere.”
Come sempre più spesso mi accade, incapace di comprendere, io m’interrogo: perché mai non si dovrebbe indagare? Che cosa c’è di empio nella conoscenza? In fondo, però, non ci si discosta dal divieto di sapere che cosa mai contengano quei prodotti che chi non ha nozioni di farmacia chiama vaccini. Insomma, riprendendo ciò che Oscar Wilde scrisse come battuta di Lady Bracknell, “L'ignoranza è come un delicato frutto esotico. Lo tocchi, e la sua freschezza se n’è andata.” E, allora, perché rovinare un frutto così pazientemente coltivato e cresciuto fino a diventare l’arma più potente del regime mondiale cui ci siamo entusiasticamente consegnati? Così, retrocedendo di qualche decennio, come dare torto allo statista A. Hitler quando si rallegrava della pacchia di governare un popolo ignorante?
Il secondo argomento è la non-notizia pubblicata dal quotidiano La Verità: I “vaccini” (le virgolette sono mie, ma io ho buttato gli anni migliori della mia vita studiando) sono entrati illegittimamente nell’uso. Beh, a dire il vero, si è anche tentato, peraltro non senza successo di critica e di pubblico, di forzarne l’uso con ricatti sulla cui nobiltà mi astengo dall’esprimermi, e con esibizioni virtuosisticamente comiche di “medici”, “politici”, “giuristi” e “giornalisti” (tutte le virgolette sono mie.)
Certo, questa non è una notizia intesa come novità, ma è, invece, notizia se si tiene conto dell’etimologia, cioè “cosa nota”. Chiunque abbia nozioni di tecnica farmaceutica conosce perfettamente i fatti, e non c’è bisogno di ripeterli come, da vecchio e tedioso pignolino, io faccio dal proemio della farsa tragica intitolata “Pandemia”.
Ogni giorno, con timidezza, un barlume di verità (ri)emerge, ma Moloch, il dio fenicio che si occupava dei sacrifici umani, è lesto ed efficiente nell’intervenire.
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