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Uguali e più uguali

il blog di stefano Jul 16, 2022

Un giorno, tanto tempo fa, un avvocato alle soglie della pensione mi disse che la legge esiste solo per chi intende rispettarla. Allora mi parve la battuta di un vecchio deluso. Oggi la penso diversamente.

La Costituzione italiana, scritta per distinguerci da una dittatura passata, è chiara. Leggetevi gli articoli 21 e 33 e vedrete che persino un parlamentare potrebbe capirne il senso. In breve, la censura è vietata.

Vuole il caso che uno strumento di potere chiamato YouTube non si comporti secondo quelle che sono le garanzie inalienabili che i governanti prestano ai governati, e la censura la eserciti senza remore, senza requie, senza freni, e senza che ci sia chi intervenga.

Pochi giorni fa, i misteriosi personaggi che si celano dietro il nome di YouTube ebbero a cancellare l’ottava puntata di Attenti a Quei Due, l’incontro che io tengo ogni venerdì mattina con il filosofo Francesco Lamendola. Poco dopo, ecco scomparire anche la registrazione di mercoledì scorso di Cento Giorni da Leoni con me come protagonista.

Che i fatti non siano graditi a chi ci tiranneggia è cosa fin troppo nota. Che la cultura sia temuta e combattuta con ogni mezzo è esperienza quotidiana, e basta dare un’occhiata ai ruderi delle scuole, dalla materna all’università, per rendersene conto.

Comunque sia, resta il fatto che la censura è vietata e chi non rispetta il divieto è tecnicamente un delinquente.

La mia domanda da uomo della strada cui pare di ricordare che la legge sia uguale per tutti (ma forse è una battuta umoristica) è: che ci sta a fare la magistratura, dalla Corte costituzionale in giù?

Forse abbiamo bisogno di un parlamento.

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