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Unire i puntini

il blog di stefano Apr 25, 2023

L’ho detto e ripetuto: io ho fatto sport a partire da quando ero alle scuole elementari e ho continuato a gareggiare fino a che le gambe ce l’hanno fatta. Di sport m’interesso e ho sempre guardato volentieri gli atleti all’opera, avendone anche conosciuti non pochi di persona.

Problemi legati ai traumi ce ne sono sempre stati, e questo anche per discipline insospettabili per un non addetto ai lavori, ma, generalmente, salvo eccezioni davvero rarissime, le cose si fermavano lì.

Ora, invece, chissà perché, assistiamo a fenomeni curiosi: atleti che, senza aver mostrato avvisaglie apparenti, si accasciano a terra (nell’ultimo anno 769 segnalazioni, età media 23 anni.) E che dire degli atleti, tra cui tennisti di prima grandezza, che rinunciano a partecipare ad eventi importanti e redditizi perché “non si sentono bene”?

Io mi sono sempre interrogato sulla morte improvvisa di Davide Astori, calciatore non solo della Fiorentina, ma della Nazionale italiana con cui, pur difensore, aveva anche segnato una rete. Al di là di qualunque considerazione umana, Astori valeva un sacco di quattrini e, per questo, era controllato minuziosamente dal punto di vista sanitario.

La sua squadra si trovava a pernottare a Udine, perché contro la squadra locale avrebbe dovuto giocare il giorno dopo. Davide stava bene, andò a dormire, e non si svegliò più.

Non è assolutamente mia intenzione discutere il responso dell’autopsia, secondo Wikipedia “morte cardiaca improvvisa seguita a fibrillazione ventricolare dovuta a una cardiomiopatia aritmogena silente, sebbene all'inizio si fosse parlato di bradiaritmia.” La mia opinione è che mi pare curioso che una situazione del genere, tale da causare la morte ad un atleta dichiarato idoneo all’agonismo, sia sfuggita a qualunque controllo.

Rafa Nadal, il grande tennista maiorchino, si è sentito male (molto male) due volte, e ancora non gioca (https://www.gazzetta.it/Tennis/ATP/21-03-2022/nadal-infortunio-quando-respiro-come-se-avessi-ago-petto-4301964626063.shtml.) Il ciclista italiano Sonny Colbrelli, campione d’Europa oltre che campione d’Italia, cade a terra immediatamente dopo il traguardo (secondo in volata) al Giro di Catalogna (https://www.gazzetta.it/Ciclismo/21-03-2022/ciclismo-giro-catalogna-vince-matthews-malore-colbrelli-volata-4301959202642.shtml.) Carriera finita.

Da un certo punto di vista, trattandosi di ragazzi in salute e seguiti dal punto di vista sanitario, è una strage. Ma quello che arriva al grande pubblico è solo ciò che in qualche modo trapela. Chi ne ha voglia legga https://www.ilparagone.it/attualita/malori-improvvisi-giornalisti-bertolaso-protesta-lombardia-portale-real-time-interventi-cronisti/ e si faccia un’opinione.

Da persona che ha dedicato la vita alla ricerca scientifica, mi si consenta di domandarmi come mai non si “uniscano i puntini.”

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