Visite al laboratorio

Cari Amici, per ora non chiedete più di venire in visita al laboratorio perché i posti sono esauriti.

Se le visite si risolveranno con una raccolta di fondi dignitosa, continueremo nell’iniziativa. Altrimenti, trarremo le fin troppo facili conclusioni, e ci fermeremo ai quattro sabati di giugno.

Come credo sappiate, noi abbiamo regalato tutto ad una fondazione che abbiamo chiamato NANODIANGNOSTICS ETS, e, come tutte le fondazioni, Nanodiagnostics ETS non ha scopo di lucro.

Però il denaro serve per ovvi motivi, soprattutto perché l’uso del microscopio elettronico a scansione ambientale comporta spese che sono affrontabili senza problemi quasi solo da chi dispone del denaro pubblico. Noi, forse per fortuna, dallo stato e da tutte le sue derivazioni non riceviamo un centesimo, e, se la condizione è a dir poco difficile da affrontare, ha il vantaggio impagabile di renderci liberi.

D’abitudine le fondazioni godono di sponsorizzazioni di varie aziende, sponsorizzazioni a volte non proprio facili da spiegare, ma per noi non è così. Migliaia di aziende spendono cifre astronomiche per cartelloni pubblicitari ripetitivi da cui è impossibile ricavare informazioni credibili sui prodotti. Spendono cifre stravaganti per appiccicare su magliette e ammennicoli assortiti adesivi con il loro nome visibili non si sa da chi. Sfilate di moda e feste popolari entrano in più di un bilancio. A Modena abbiamo persino un’agenzia di pompe funebri che, con impagabile senso dell’umorismo, sostiene economicamente un festival della comicità. Questo per non dire di brevissimi filmetti televisivi che costano quanto l’antico Ben Hur.

Perché noi non ci siamo?

La risposta è semplice: siamo imbarazzanti.

Prescindendo senza bisogno di spiegazioni da chi fabbrica farmaci, prendiamo ad esempio un’industria alimentare qualsiasi. Sponsorizzare la fondazione Nanodiagnostics significa automaticamente rischiare che il gelido microscopio non s’intenerisca e, anzi, la sua curiosità sia perfino attirata dai prodotti del mecenate. E se, vedi mai, ci si scoprisse qualcosa di non proprio ineccepibile? Meglio il campionato mondiale di corsa nei sacchi.

Ma prendiamo anche una ditta che non ha niente a che fare con le attività della fondazione. Perché no? Perché chi conta va a cena e, magari, in vacanza, o condivide comunque interessi con chi non vede di buon occhio il nostro occhio. E, allora, prevalga l’amicizia!

Insomma, solo un’azienda condotta secondo principi rigorosamente etici potrebbe contribuire alla sopravvivenza della fondazione. La domanda se una ditta del genere esista è scontata.

Concludo: noi abbiamo risorse ancora fino a fine estate. Poi...