Non sono uno psicologo né uno psichiatra né un antropologo: nella vita io faccio altro e non ho la minima intenzione d’invadere territori che non mi competono. D’invasori, chi banalmente ridicolo, chi pericoloso, ne abbiamo fin troppi. Senza pretese, mi limito a fare qualche considerazione da persona che ha abbondantemente superato la soglia della vecchiaia e, come è ovvio, ha raccolto qualche esperienza. E la mia considerazione riguarda l’odio, un sentimento ignoto a tutta la zoologia con l’eccezione di quella che Desmond Morris chiamò la Scimmia Nuda, vale a dire l’Homo sapiens.
L’odio fa parte a buon diritto della frazione oscura della psiche: una frazione condivisa con la paura della quale è fratello gemello, una frazione dell’irrazionalità capace di prendere possesso dello strumento che dovrebbe avere come motore la ragione diventandone padrone incontrastato.
Sollecitare quella frazione è...
Non è solo doloroso scrivere qualche riga a proposito del lungo momento che stiamo vivendo: è inutile.
Chi ha voglia di dedicare cinque minuti a qualcuno che canta fuori del coro legga https://www.affaritaliani.it/politica/freccero-vi-spiego-cosa-accaduto-con-la-pandemia-cosa-accade-ora-762715.html?refresh_ce . Carlo Freccero è persona colta, intelligente e, soprattutto, onesta. Per questo sta perdendo la battaglia che tenta eroicamente di combattere. La società che, un po’ per ingenuità ma molto per pigra ignoranza, ci siamo lasciati crescere addosso e con cui ci siamo lasciati costringere come fosse una camicia di Nesso è ormai nel carniere di un’élite che, se non fossi un agnostico, non esiterei a definire satanica. E in quel carniere si affollano i complici quotidianamente acquisiti, chi per nuova, ipnotica convinzione, chi per violenta costrizione, e quei complici sono i guerrieri più accaniti al fianco di chi...
Giambattista Vico, filosofo, giurista e, in un certo senso, storico vissuto a cavallo tra Seicento e Settecento, è per lo più conosciuto per la sua tesi secondo cui le situazioni storiche si ripresentano ciclicamente. Non è mia intenzione annoiare il Lettore con commenti, peraltro dilettanteschi, a quel proposito. Ciò che mi pare di poter affermare è che oggi stiamo vivendo, chi da protagonista e chi da pur indispensabile comparsa, un momento della storia dell’umanità che non ha uguali nel passato. Questo perché mai una dittatura ha coinvolto la salute dei sottomessi né mai ha raggiunto dimensioni e diffusioni planetarie.
Credo sia inutile ripetere come una maggioranza crescente di governi, alcuni dei quali “insospettabili” fino a poche settimane fa, stia imponendo a coloro che furono cittadini ma ora trasformati in sudditi regole che stridono con le leggi e con la dignità personale. Altrettanto inutile...
In nome della tolleranza, si accetta, magari a denti stretti, davvero tanto, ma quando si esagera…
Approfittando malignamente delle falle della democrazia, i soliti terrapiattisti hanno preso l’abitudine, direi quasi la licenza, di organizzare manifestazioni di piazza contro la scienza, quella vera, la sola, quella che televisioni e giornali si sforzano quotidianamente di regalarci attraverso le illuminazioni di scienziati che, per ammirevole modestia, erano restati pudicamente nell’ombra per decenni, fuori dalle vergognose passerelle di chi si era permesso di allestire ricerche prive dei permessi necessari emessi dai benefattori farmaceutici. Passi: la democrazia costringe a questo. Per fortuna, per non far sì che qualche minorato psichico sia infettato dal cattivo esempio, con la saggezza che li onora, i mezzi di vera informazione tacciono o, se riportano qualcosa, praticano forti sconti sui numeri dei partecipanti e sulla frequenza di quelle sceneggiate....
Non ho nessuna difficoltà ad ammettere che potrei aver torto. Sarà a causa di un’educazione sbagliata, di letture fuorvianti, di un’indole inadatta: chissà. Il fatto è che io ho sempre provato repulsione nei confronti di chi deraglia dal binario della legalità e, più ancora, della legittimità: due concetti che non sempre coincidono e a volte si allontanano reciprocamente fino a distanze siderali. Questo non toglie che io possa trovare inutili, stupide, addirittura criminali certe imposizioni spacciate come dettati di legge, ma, fino a che quelle esistono e, indipendentemente da qualunque considerazione, hanno vigore, io ubbidisco.
Quasi ogni giorno c’è chi mi telefona o mi scrive, magari facendomi contattare da qualcuno che millanta particolari entrature, per indurmi a partecipare a manifestazioni di piazza volte a protestare contro una situazione su cui credo sia inutile ripetere la mia opinione espressa...
La Nuova Scienza si guarda allo specchio e, ammantata di pudibonda modestia, si ammira: “O quanta species!” avrebbe scritto Fedro. Invero, oggettività vuole che ci troviamo al cospetto di qualcosa di mirabile: in un batter d’occhio la Nuova Scienza ha partorito i vaccini che stanno sconfiggendo il virus più letale della storia planetaria.
Riservata ed umile com’è, la Nuova Scienza non mena vanto di tutti gli effetti benefici che i suoi figlioletti regalano all’umanità. Uno, mai menzionato neppure dagli/dalle sex symbol che ci ammaestrano in tibbù, è l’incremento vistoso del quoziente intellettivo di chi, saggiamente, si presta all’inoculazione del prodigioso preparato.
Ora, con la prudenza dovuta, si stanno riaprendo gli stadi, dove la prudenza è rappresentata da una robusta limitazione al numero degli spettatori. Questo perché la Nuova Scienza sa che il virus non colpisce se non dopo...
Non è raro sentire qualcuno che crede di ribattere in modo conclusivo a chi pone domande che coinvolgono la medicina con un “Lei non è medico e, dunque, non può parlare.” Se si voleva una testimonianza chiara di debolezza, eccola arrivata.
Chi pronuncia quella frase non solo assurdamente ridicola ma mortificante per tutta la classe medica dà una dimostrazione inequivocabile di arroganza e di vuoto culturale. Chi pronuncia quella frase non ha idea di che cosa significhi il concetto di scienza e di quali siano i suoi pilastri, uno dei quali è il confronto, senza cui chiamare in causa la scienza è insensato. Chi pronuncia quella frase e invoca, purtroppo ottenendola, la violenza per evitare il confronto non conosce nemmeno la Costituzione che all’articolo 33, giusto all’esordio, recita testualmente “L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.”
Mi pare evidente che l’idea di...
“La legge è ingiusta: non rispettiamola!”
Se le parole possono variare, il succo del pensiero e dell’incitamento di una parte della popolazione è questo.
Accade relativamente spesso che mi s’interroghi sull’idea e si resti sconcertati e occasionalmente delusi quando io rispondo con ciò che ho sempre affermato da che ho l’uso della ragione: la legge va rispettata. Lo affermo perché questo è il mio pensiero e questa è la mia indole.
Certo, tutti hanno il diritto di criticare qualunque disposizione e dettato, e l’articolo 21 della Costituzione non può lasciare dubbi in proposito, ma fino a che quella legge che nel caso particolare dispiace è in vigore non ci devono essere discussioni: la si rispetta.
Per semplificare, pensate allo sport, vale a dire una rappresentazione giocosa delle tenzoni che caratterizzano la società umana. Immaginate che sia in corso una partita di calcio e che...
Per favore, fermatevi!
Egregi politici che sedete al comando di questo paese, non è mia intenzione entrare in discussioni sulle motivazioni che vi hanno spinto e vi stanno spingendo in accelerazione verso una meta da cui sarà molto arduo ritornare.
Controllare l’informazione è un’arma potente, ma la sua efficacia scema nel tempo perché la verità, alla fine, viene inevitabilmente a galla. E certo voi non ignorate che da quel venire a galla non è raro che s’inneschino reazioni violente, difficili da controllare.
I camionisti che viaggiano lenti ostacolando il traffico sono appena un piccolo segnale. Le migliaia di persone che si radunano e sfilano senza che i mezzi di cosiddetta informazione ne facciano cenno sono un altro segnale. Le censure attuate su Internet sono ancora un altro. Vi prego: non ignorateli! Non lasciate che qualcuno cominci a mettere in scena la triste tradizione delle vetrine spaccate, dei negozi...
Sulla porta del laboratorio campeggia in bella vista, in caratteri stampatelli e in rosso, la scritta “SI RICEVE SOLO SU APPUNTAMENTO”. Senza che ci si possa sorprendere, difficilmente passa un giorno senza che qualcuno, del tutto indifferente a quell’avviso evidentemente affisso a scopo decorativo, si attacchi al campanello accampando il diritto inalienabile non solo di entrare, ma di fare salotto con me. Meglio se a partecipare c’è anche mia moglie. Gli argomenti sono, ovviamente, i soliti, quelli, cioè, di cui ho scritto e detto pubblicamente innumerevoli volte, la pretesa che io trovi un escamotage per sottrarsi al trattamento sperimentale ormai diventato rituale, che riveli il segreto per eliminare gli effetti collaterali del cosiddetto vaccino o altre amenità consimili. Vabbè: ormai contro i fastidi di queste patologie psicosociali sono immunizzato.
L’altro ieri, però, a scampanellare alle 14 non era qualche...
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