Un gruppo di medici, parlo di quelli veri e non degli smutandati, mi manda https://www.ilcorriere.it/news/il-corriere/55554/caos-sul-green-pass-temporaneo-di-48h-l-ucdl-non-ci-sta-ecco-la-diffida-indirizzata-a-12-procure.html
In breve, si sostiene che il test eseguito sulla saliva è non solo molto meno fastidioso rispetto a quello strumento di tortura un po’ ridicolo che è il tampone nasale ma è pure più attendibile. O meno fasullo: fate voi.
Al di là delle obiezioni scientifiche destinate ovviamente a cadere nel vuoto, basterebbe un semplice ragionamento. Se si deve portare la mascherina è per evitare che le famigerate goccioline di saliva, universalmente dichiarate portatrice del terribile virus, escano dalla bocca di chi quel terribile virus ospita per infettare chi non si trovi alla distanza di almeno un metro, vale a dire laddove il patogeno non arriva per legge. Da qui, se regge l’assunto, è evidente che il...
Oggi ricevo da un amico l’invito a vedermi il video relativo a https://www.facebook.com/Fuoridalcorotv/videos/247548483920768, un video arrivato da una rete televisiva su cui non faccio commenti.
L’amico è palesemente scandalizzato ma, evidentemente, non è “uomo di mondo” e forse ha dimenticato d’informarsi su che cosa significa vivere in una dittatura.
Certo, in uno stato di diritto tanti personaggi sarebbero stati accantonati in un fiat, la magistratura avrebbe fatto ciò che qualunque cittadino ha il diritto di attendersi e, in fondo, nessuno avrebbe osato agire come “chi conta” agisce.
In quella condizione, in dittatura, appellarsi alle leggi è a dir poco ingenuo: più o meno come sarebbe chiedere a Dracula di difenderci dai vampiri.
Noi siamo stati venduti come cavie, come cavie dobbiamo necessariamente comportaci e le cavie non fanno domande. L’aggravante è che le cavie, almeno per un buon...
Sarebbe opportuno votare.
Naturalmente non servirà a guarire, ma sarà comunque un piccolo segnale: https://www.affaritaliani.it/sondaggi/vota.html?pollId=4282
Tanto io quanto mia moglie godiamo di ottima salute. Mai uno sternuto, una linea di febbre, un mal di testa…
Fatta questa indispensabile premessa, stiamo notando che da un po’ di tempo, nel mondo, si succedono accadimenti curiosi, non pochi dei quali portano alla morte chi ne è involontario protagonista. A un occhio attento, diversi tra quegli accadimenti potrebbero apparire tutt’altro che casuali e, anzi, potrebbero deporre a favore di una mira eccellente.
Dando per accertato e scontatamente accettato il fatto che prima o poi sia mia moglie sia io lasceremo questa valle di lacrime, dichiariamo qui che non lo faremo di nostra volontà. Insomma, se i media diffonderanno la notizia del nostro suicidio, sia chiaro che si tratta di un falso.
Nel caso in cui qualche rapinatore irrompesse in casa nostra e ci scappasse il morto, sia chiaro che le probabilità secondo cui lo scopo di rapina sia la copertura per altro sono elevate.
Da anni, poi, ci viene...
Io ho avuto l’opportunità non solo di conoscere di persona Luc Montagnier, ma di fare addirittura una conferenza con lui. Fu diversi anni fa, a Bruxelles, quando, dal parlamento europeo in cui la deputata francese Michèle Rivasi ci aveva prenotato una sala, fummo costretti a traslocare in un cinema. Il motivo del trasloco fu la richiesta che la nostra gloriosa Beatrice Lorenzin, allora ministra della salute, indirizzò al nostro altrettanto glorioso Antonio Tajani, al tempo presidente del parlamento europeo, il quale, a mutande dovutamente calate, s’inchinò al diktat della signora. Per la cronaca, quattro guardie del corpo armate furono mobilitate per proteggerci, stanti le minacce che ci si premurò di farci arrivare.
Come accade qualche volta alle persone oneste, Luc Montagnier non sta simpatico a chi trova che l’onestà susciti intralci, e uno dei torti certamente aggravanti del professore francese è quello di dire...
Io non ho mai amato la pizza. Però la pizza, come il caffè (che aborrisco), fa parte di una liturgia sociale con cui si afferma l’orgoglio di essere italiani.
Così, ieri sera, molto lontano dall’essere entusiasta ma pro bono pacis, sono andato in pizzeria: un locale dotato di uno spazio all’aperto davvero enorme.
Pochi minuti dopo il mio arrivo hanno fatto il loro ingresso tre signore apparentemente mie coetanee: quindi, vecchie. Accuratamente mascherate, si sono guardate intorno, forse per valutare se tra tavolo e tavolo fosse assicurato il distanziamento di legge che rende invalicabile al virus quel baratro metrico decimale. Poi si sono sedute, e una di loro, evidentemente la femmina dominante, con la voce legalmente distorta e attutita dalla maschera [art. 85 del Testo Unico di legge sulla pubblica sicurezza (R.D. n. 773 del 18 giugno 1931); art. 5 della L. n. 152 del 22 maggio 1975] ha chiesto alla cameriera, controllando con un giro di...
Ho acceso il computer per fare una ricerca e sono andato su Google.
Ho provato uno schifo irrefrenabile.
Se George Orwell vivesse e scrivesse ora, potrebbe prendere a prestito quell’entità per riscrivere 1984, un romanzo che, al confronto con il mondo che ci siamo lasciati crescere addosso fino a soffocare non solo noi ma i nostri figli, è la sceneggiatura di un cartone animato di Walt Disney.
Le censure vergognose di cui Google è protagonista, umilianti come sono, non bastavano: ora bisogna dare un’altra accelerata tra “vaccini” e mascherine: “Vaccinati. Usa la mascherina. Salva vite umane.”
Se vogliamo almeno poter dire che abbiamo fatto qualcosa per salvare la prossima generazione, potremmo, per esempio, cominciare a non portare più denaro e consensi a chi, del tutto apertamente, ci sta portando oltre il baratro.
Ho cercato di prendermi qualche giorno di requie per tirare il fiato. Non è stato possibile.
In questi giorni abbiamo assistito ad esternazioni e ad azioni da parte di “chi conta” difficili da giudicare senza incorrere nel “reato” di lesa maestà. E, allora, taccio anche di fronte a spiagge in cui si prende il sole con la mascherina, a bar in cui si può bere un’aranciata a patto di stare in piedi o a minacce di un tale che vuole “stanare” chi non si lascia iniettare l’intruglio sperimentale di cui nessuno, lui in testa, assume qualunque responsabilità.
Tutto questo ha comportato una valanghetta di messaggi di varia specie, come se io avessi la soluzione per un problema facilmente risolvibile se, banalmente, si mandasse a quel paese un manipolo di dementi e si applicassero le leggi vigenti, diritto naturale e Costituzione in primis.
Una tipologia di messaggio che mi irrita particolamente è quella,...
“Ma noi che c’entriamo? Avrà avuto le sue ragioni!”
Più o meno è questo che ci sentiremo dire. Saranno i piazzisti multimandatari, gli “scienziati” di cartapesta, i pupazzi dei ventriloqui, quelli che infettano quel che resta dei cervelli. Saranno le puttanelle pontificanti, saranno i pennivendoli per tutte le stagioni, saranno i pezzi grossi, meno grossi, piccoli e piccolissimi a lavarsi così la coscienza che non hanno. Che c’entrano loro? Avrà avuto le sue ragioni.
Sarebbe facile lasciarsi trasportare dalla retorica, ma che bisogno ci sarebbe?
Ci sono tante maniere per uccidere un uomo e, giusto come gioco, propongo a chi ha la pazienza di leggermi di stilarne un elenco. Si può essere fisicamente brutali o si può essere raffinati. Alla fine, sarà il corpo ad essere tolto di mezzo. Ma, a volte, questo potrebbe non bastare. E, allora, si attenta all’anima, o chiamate come vi pare tutto...
Mi ero imposto di ridere. Non so se ce la farò.
Risalendo al 1949, ho compiuto da quasi un paio di mesi il settantaduesimo anno di vita su questo pianeta d’improvviso trasformato nel più grande manicomio della storia umana. A settantadue anni il rischio è grave se si pretende di prolungare il soggiorno dove i vecchi non sono benaccetti.
Ho tentato di ridere ai monologhi di Burioni, di Bassetti, di Lopalco, della Capua e delle grottesche figurine che tentavano con ingenua goffaggine di fare capolino, magari anche solo per un attimo, nelle inquadrature delle star del momento. Ho tentato di ridere alle fughe degli “scienziati.” Ho tentato di ridere ai nonsense dei poveri sedicenti giornalisti e di tutta la corte dei miracoli di televisioni, radio, Internet e giornali. Ho tentato di ridere quando su Internet è comparsa la “notizia” della mia doppia vaccinazione e così ho tentato di fare quando una ragazzotta, conduttrice...
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